Doveva essere, almeno nelle intenzioni di club, squadra e tifosi, il fortino all'interno del quale costruire la salvezza nella scorsa triste stagione. Parliamo dello stadio Sant'Elia. Sappiamo tutti come andarono le cose, e il solo pensarci può diventare un gesto masochista del quale è meglio fare a meno.
Sì, perché la musica è cambiata. In questa stagione, quattro gare disputate in casa e 4 vittorie conquistate. 4-0 al Crotone, 2-1 contro l'Avellino, 3-2 contro il Latina, ed infine il 3-1 ai danni del Cesena. 12 punti e 12 reti messe a segno dai ragazzi di Rastelli. Alla voce rendimento interno, nessuno meglio del Cagliari in quanto a gol fatti. Idem nel computo complessivo: 16 le marcature totali, miglior attacco della Serie B.
Il Sant'Elia
Finalmemte un'arena in grado di mettere soggezione nella testa e nelle gambe dell'avversario di turno, costretto psicologicamente, ad entrare in campo consapevole che tutto sommato perdere in casa del Cagliari sarà cosa normale.
Un'alchimia perfetta
Sempre buona la cornice di pubblico, una bella sintonia tra tecnico, squadra e tifosi (anche i più caldi), un obbiettivo comune (la promozione diretta in Serie A), che per forza di cose dovrà anche passare per i tantissimi punti che il Cagliari è chiamato a raccogliere nel vecchio impianto datato 1970.
In trasferta
3 gare disputate: una vittoria (3-1 contro l'Entella), un pari a Terni per 1-1 ed infine la sconfitta per 1-0 rimediata a Pescara. Totale: 4 gol fatti e 3 subiti. Il rendimento esterno è da migliorare. Un ulteriore stimolo per Dessena e compagni.
Intanto, il Cagliari si gode i suoi record.