Il Cagliari cerca continuità per consolidarsi a livello di risultati e di classifica nel campionato di Serie A 2018-2019. La compagine guidata da Rolando Maran avrà come avversario nell’ultimo atto del girone d’andata (prima della lunga pausa invernale) alla Dacia Arena l’Udinese di Davide Nicola (con inizio del match previsto per sabato alle ore 15.00).
I friulani, padroni di casa dell’incontro, sono reduci dal pareggio per 0-0 fuori casa contro la Spal, mentre i rossoblu hanno vinto tra le mura amiche per 1-0 contro il Genoa.
Vediamo quali sono le filosofie tattiche dei due allenatori in vista della partita in programma sabato pomeriggio.
Il 3-5-2 dell’Udinese di Nicola: La tanto attesa riscossa tarda ad arrivare e la situazione in termini di risultati e classifica non è certamente delle migliori. Davide Nicola e la sua squadra sono chiamati ad un’immediata reazione. Per i friulani l’occasione per ritrovare certezze e punti si presenta davanti al proprio pubblico alla Dacia Arena, anche se il Cagliari di Maran è un avversario ostico e insidioso da affrontare.
Per il match contro i sardi, il tecnico bianconero dovrebbe affidarsi ancora una volta al 3-5-2, marchio caratteristico di questa sua gestione in Friuli. Tatticamente parlando, nel 3-5-2 ricoprono un ruolo di grande importanza i laterali di centrocampo, detti anche tornanti o esterni (Ter Avest e D’Alessandro).
Il loro contributo deve essere fondamentale in entrambe le fasi di gioco (difensiva e offensiva). Davanti al portiere (Musso), la retroguardia si compone di tre elementi.
Questi ultimi possono essere tutti difensori centrali, con i primi due dediti alla marcatura a uomo (Stryger Larsen e Nuytinck), mentre il terzo (Trost-Ekong) agisce come libero ed è chiamato chiudere l’eventuale diagonale (in alternativa la disposizione della difesa a 3 in questo modulo può essere effettuata anche con la presenza di un centrale di ruolo affiancato da due laterali).
Per quanto concerne la mediana, il giocatore davanti alla retroguardia può avere caratteristiche diverse. Nel nostro caso, Nicola ultimamente predilige un centrocampista dotato di intelligenza tattica in grado di dettare i tempi (Mandragora).
Sugli interni, nel 3-5-2 generalmente si propende per giocatori veloci, bravi nel dribbling e negli inserimenti nonché abili nel tiro da fuori (Fofana e Pussetto).
In attacco, le due punte (Barak e Lasagna) si dispongono inizialmente l’una nella stessa linea dell’altra, ma per via dei movimenti del primo a ricevere palla, il 3-5-2 si può trasformare nella sua variante tattica più diretta, vale a dire il 3-5-1-1.
Il 4-4-2 diamond di Maran: In vista del match contro l’Udinese, il tecnico del Cagliari non cambierà modulo, utilizzando il 4-1-2-1-2 (o 4-4-2 diamond), modulo che può essere interpretato come un 4-4-2 reinventato e rivisitato, con il centrocampo schierato a diamante.
I vertici di quest’ultimo sono formati da due giocatori dalle caratteristiche opposte: uno in posizione bassa o davanti alla difesa (Bradaric o Cigarini) e uno in posizione alta (Barella), libero di svariare su tutto il fronte offensivo.
Nei vertici laterali della mediana, si suole utilizzare giocatori che sono più propensi a difendere e che sappiano effettuare entrambe le fasi di gioco (Faragò e Ionita). La disposizione a diamante permette di avere superiorità numerica in posizione centrale e nella retroguardia, lasciando relativa libertà al trequartista (Barella) di agire tra le linee.
Davanti al portiere (Cragno), vengono schierati 4 difensori: i 2 laterali – uno a destra (Srna) e uno a sinistra (Padoin o Pajac) hanno compiti di spinta e di copertura preventiva quando il pallone è in possesso degli avversari.
Il discorso è differente per quanto concerne i difensori centrali. Generalmente, come già sottolineato nella nostra lavagna tattica, nel 4-1-2-1-2 vengono utilizzati due difensori forti fisicamente, capaci di contrastare gli avanti avversari nel gioco aereo e di mantenere la posizione.
Per l’Udinese, con ogni probabilità Maran seguirà questo concetto generale del suo 4-4-2 diamond ma cambiando i suoi aspetti specifici, puntando su due centrali che siano entrambi abili nell’impostazione e nella marcatura (Romagna e Ceppitelli).
L’attacco, infine, è composto da un centravanti che faccia salire la squadra giocando di sponda e che mantenga alto il baricentro della sua squadra (Pavoletti) e da una seconda punta (Sau o Farias) che inizialmente parte sulla stessa linea dell’altro attaccante ma che, grazie al suo movimento a prendere palla, può trasformare il modulo dal 4-3-1-2 al 4-3-2-1.