È il classico giorno in cui vai a giocare il gratta e vinci e ti becchi il "Ritenta", quello in cui vai a lavare la macchina e arriva la pioggia sporca, è la giornata in cui ti cadono le chiavi nel tombino e ti si strappa la giacca.
Insomma, quella in cui uno dei migliori portieri della Serie A (qualcuno si è forse già scordato di Cagliari-Roma e dei salvataggi di Storari) è in giornata no, quella in cui uno dei tuoi pilastri si rompe il perone (Brescia e quella tremenda sensazione dejavù). Solo che nessuno crede a nessun alibi, giustamente ma non troppo, e quindi non può esistere la sfortuna. È colpa tua che hai grattato con la moneta sbagliata, che non hai guardato il meteo, che hai tenuto le chiavi non al sicuro e che hai indossato la giacca proprio oggi. Generalmente credo poco al caso nel calcio, eppure stavolta proprio non ne è andata bene una.
Perché il Cagliari non ha fatto male, e non ha fatto male nemmeno in dieci, rischiando persino di segnare in nove. Il Bologna non è una squadraccia, anzi. È un undici ben messo in campo e con ottime individualità . Non a caso i gol arrivano da una punizione di Verdi e da una giocata con gli effetti speciali di Krejci (giocatore davvero davvero interessante). I sardi hanno avuto spesso il pallino del gioco, il problema (non da poco) è stato creare pericoli concreti alla porta di Da Costa. Gli emiliani hanno fatto molta densità nei pressi dell'area di rigore, annullando Sau che risultava ingabbiato tra Gastaldello e Oikonomou.
In questi casi sarebbe stato fondamentale allargare il gioco, ma risulta evidente come Isla non sia al meglio (prova ne sia la facilità con cui Krejci l'ha saltato in occasione del gol di Di Francesco). Un po' meglio Murru, che però nel suo genotipo non ha mai avuto la discesa prepotente sulla fascia. A dire il vero l'innesco della miccia esplosiva sarebbero dovuti essere i lanci di Di Gennaro, che oggi è apparso impreciso è lento in alcune giocate, perdendo varie volte alcuni tempi di gioco. È stato dunque un Cagliari a lunghi tratti padrone del gioco, ma con poca fantasia, poca capacità di andare a puntare la porta. Tant'è vero che l'ingresso di Farias (ma guarda un po') ha cambiato il volto della squadra, dando più soluzioni offensive e una maggior imprevedibilità alla manovra (nonostante i rossoblù fossero in dieci), altrimenti piuttosto sterile. In quest'ottica il suo definitivo rientro può destare ottimismo, così come quello imminente di Joao Pedro.
La vera notizia tragica non è la sconfitta, siamo solo all'inizio e c'è tempo. Il dramma è il k.o di Ionita, punta di diamante del mercato dei sardi che rischia di vedere la sua stagione già finita. Forza Artur.
Ora avanti con la consapevolezza che sarà impossibile un'altra domenica così storta. Una cornice decisamente sfortunata per una giornata no. Un'infame giornata no.