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Chi se ne frega!

L'analisi del match contro il Vicenza

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Finalmente. Era passato davvero troppo tempo, sembrava quasi che la vittoria avesse dimenticato il Cagliari, o il Cagliari dimenticato la vittoria, if you prefer. E invece no, eccola lì. Non è arrivata nel migliore dei modi, nessun ritorno trionfale, nessuno striscione e nessun banchetto di bentornata, perché i rossoblù hanno sì vinto ma l’hanno fatto, ancora una volta, arrancando, faticando.

Echissenefrega. Oggi va bene così, era importante solo vincere, aggiungere tre punti alla classifica e dimostrare che il Cagliari è vivo, che da oggi si torna a correre. E sarebbe andato bene anche se si fosse vinto uno a zero, anche con 89’ minuti di catenaccio e il tiro della domenica all’ultimo minuto, se avesse segnato di carambola l’arbitro o se si fosse fatta autogol il portiere. Qualsiasi modo, basta che fosse.

Ed è stato, 2-0 e we are back. Ovviamente col gol dell’ex, perché il calcio  è imprevedibile ma a volte va esattamente come tutti si aspettano che vada. E poi, a chiudere le marcature, quel numero 9 che gioca benino a pallone, a occhio e croce. Ecco, ci sono dei giocatori che vederli giocare mette gioia, allegria. Con Melchiorri è diverso. L’allegria è mista al rammarico, al più classico dei “che peccato!”. Perché è chiaro, se questo ragazzo fosse esploso qualche anno prima oggi sarebbe tranquillamente nel radar della nazionale. Semplicemente devastante il suo approccio alla partita, rivoltata come un calzino dal suo ingresso in campo. Per distacco il miglior centravanti della cadetteria, affermo con serenità che questo ragazzo, tolte le prime sette-otto squadre, potrebbe giocare titolare in qualsiasi club di serie A. Casca a proposito il rinnovo di contratto appena siglato perché, se i rossoblù dovessero tornare in Serie A (e ci torneranno), devono puntare su di lui, attualmente insostituibile.

Non è chiaro se il Cagliari sia Melchiorri-dipendente, di sicuro al momento sembra Ceppitelli-dipendente. Tornato il centrale, tornata la vittoria. Prestazione maiuscola quella del ragazzo nato a Castiglione del Lago, che quest’anno ha conosciuto una crescita spaventosa. Basti pensare che, con lui in campo, i sardi hanno perso una sola volta. Chissà che col suo rientro le cose si riaggiustino definitivamente.

Per ora è tornata la vittoria, ora aspettiamo che torni la continuità. Chiedere il ritorno del bel gioco sarebbe troppo (bisognerebbe chiedere il suo arrivo?) ma, almeno per oggi, chi se ne frega

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