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Acque calde

L’analisi della partita contro la Lazio

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Il Cagliari esce sconfitto 1-0 dall’Olimpico contro la Lazio piombando nuovamente al momentaneo terz’ultimo posto in classifica in attesa delle gare di Verona e Salernitana. Un brutto colpo per il morale dei rossoblù, i quali nelle scorse settimane erano riusciti a dare un aspetto più tranquillo alla graduatoria del campionato con alcune vittorie di assoluto valore e che adesso invece navigano in acque calde. Sfortunatamente, a Roma una prestazione nel complesso sufficiente non è bastata a portare a casa dei punti anche a causa di alcune scelte arbitrali discutibili. Ma andiamo con ordine.

L’approccio del match da parte del Cagliari non è stato dei migliori. La Lazio, forse memore dell’ultimo periodo non esaltante, ha iniziato a spingere con convinzione fin da subito trovando il gol all’8’ minuto con Pedro, bravo a sfruttare un’ingenua sbavatura di Hatzidiakos. La situazione si è aggravata ulteriormente quando al 25’ Dionisi ha deciso di espellere, dietro previo consulto del VAR, Makoumbou cambiando la propria scelta precedente di ammonire il giocatore. Una situazione piuttosto discutibile sottolineata anche da Ranieri nell’intervista dopo partita: “L'espulsione? Non capisco cosa c’entri il VAR con l’azione, il Var non deve entrare assolutamente. L’arbitro aveva fischiato? E basta così, allora”.

In vantaggio di un gol e di un uomo, la Lazio ha preso controllo del campo costruendo diverse occasioni importanti: una con Immobile e due con Castellanos, tutte e tre concluse in un nulla di fatto per un mix di bravura di Scuffet e poca precisione degli attaccanti biancocelesti. Il Cagliari ha aspettato fino ai minuti finali limitando per quanto possibile i danni e poi ha cercato di colpire con gli ingressi (tardivi) di Oristanio e soprattutto Pavoletti. Il destino, purtroppo per i tifosi del Cagliari, ha voluto che entrambi i giocatori abbiano cestinato le proprie chance nel recupero, il primo per una conclusione difettosa ed il secondo per un miracolo clamoroso di Provedel, “condannando” la squadra ad una sconfitta evitabile che la rigetta nel mucchio in lotta selvaggia per la salvezza.

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