Si va in porta con le scarpe slacciate e fischiettando il primo motivetto che passa per la testa. Simeone e Joao Pedro segnano letteralmente sempre, forse pure se giocassero al biliardino. Ounas è entrato col veleno pulsante nelle vene e Zappa è il terzino che mancava dai (primi) tempi di Srna. Ma com'è allora che il Cagliari ha perso 3-2, chiederebbe Aldo Baglio. La risposta sta nel reparto arretrato, perché mentre in attacco i rossoblù sono il Circo Togni, là dietro di circense non c'è manco il tendone. Ieri Musa Barrow ha completamente affettato la difesa del Cagliari, palesando – duole dirlo – tutti i limiti che ancora Waliukiewicz ha. Il ragazzo si farà , anche senza spalle strette, ma forse il percorso di maturazione è ancora più lungo di quanto potesse sembrare. Giusto continuare a dargli spazio e tempo, perché il polacco un giorno verrà venduto all'estero per una trentina di milioni, su questo non ci piove, ma ad oggi non si può pretendere che tiri avanti la baracca da solo – o quasi. Lecito invece attendersi qualcosina in più da Godin, arrivato per far compiere il salto di qualità al quartetto rossoblù, ma ancora non riuscito nella missione.
La partita non è stata niente di più di quanto ci si potesse aspettare, un match con botti e spari che il Cagliari ha dimostrato di poter (ma non saper) vincere. In particolare dopo il gol del 3-2 i sardi, al netto di qualche fiammata di Ounas, non si sono mai resi davvero pericolosi, e il rammarico più grande resta quello di non esser stati in grado di buttare in area un solo pallone alto nei dieci minuti di convivenza ad alta quota tra Pavoletti e Cerri. Perché magari non sarebbe successo un accidenti, magari non sarebbe cambiato assolutamente nulla, ma allo stato attuale resta l'amaro del mancato boccone. Bisogna lavorare ancora, il Cagliari dà l'impressione di essere una squadra ancora in fase di rodaggio. Ma – almeno da ieri – talloni d'Achille e specialità della casa sono più chiari.