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Cagliari, tra un tecnico aggiustatutto e la colla per volare

L'analisi del match contro la Sampdoria

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Maran l'aggiustatutto. Sin dal primo momento in cui il tecnico ex Chievo si è seduto sulla panchina rossoblù ha lavorato su un doppio famoso binario: diagnosi e prognosi. Ha sempre provato a raccogliere dati su un passato correggibile per migliorarlo, lavorando sul presente per ottenere un futuro all'altezza. Così ha coinvolto Pavoletti nella manovra offensiva, ha ricavato il terzino sinistro che gli serviva facendolo con le sue mani e ha dato vigore ad un centrocampo troppo spesso sonnacchioso. In tre mosse ha archiviato, in ordine, l'atavico isolamento del numero 30, la fretta di sgrezzare Lykogiannis e l'incocludente possesso palla delle scorse gestioni.

Nella scorsa sfida (quella col Parma) il Cagliari ha invece evidenziato degli evidenti limiti in fase difensiva, con Gervinho lasciato libero di affettare senza lama tutto ciò che vedeva col colore rossoblù da Cragno in poi.
Come poteva finire dunque la partita successiva, se non con un mai spettacolare ma pur sempre sostanzioso 0-0? E pazienza se la partita forse non sarebbe finita così se solo Kownacki avesse tirato quel rigore con un briciolo di indolenza in meno, perché in fondo era sin troppo evidente che il pareggio fosse una sentenza non impugnabile.

Le squadre si son divise equamente i 90', con un Cagliari vivace nella prima frazione è un po' più disposto al compromesso nella ripresa. I sardi si son resi protagonisti di qualche buono spunto nei 45 minuti iniziali, nonostante un Pavoletti palesemente non al meglio. La lombalgia del fine settimana non aveva finito di presentare il conto, e il bomber è risultato poco nel vivo, a volte spaesato. Chi ha compensato l'assenza fattuale dell'ex Genoa è stato Farias, finalmente in grado di tirar fuori la prestazione che sarebbe lecito attendersi ogni weekend da uno col suo talento. Il brasiliano si è reso spesso pericoloso, sfiorando pure un gol da copertina, e questi non possono che essere messaggi d'oro per Maran. Recuperare il miglior Diego corrisponde al recuperare una seconda punta di livello, che corrisponde al ritrovare un Pavoletti da quindici gol e, di fatto, risolvere il 60-70% dei problemi del Cagliari.

Vogliamo poi spendere una parola per quel signore che indossa i guantoni? Alessio Cragno oggi è valso un punto, con l'ennesima parata decisiva da quando beste questi colori. È meno celebrato di altri suoi colleghi perché meno spettacolare, ma il classe '94 ha veramente pochissimi rivali di pari livello. E di riffa e di raffa i rossoblù si trovano ad avere uno dei portieri italiani più promettenti, uno dei difensori azzurri più di talento e, si può dire a bassa voce, il miglior centrocampista. In mezzo a tutto ciò, una leggenda del calcio croato, un vicecampione del mondo, un pentascudettato, un bomber implacabile e anche qualcosina in più. Serve solo la colla.

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