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Storari salva il possibile, Alves si “sdoppia”, davanti si predica nel deserto: le pagelle rossoblù

Le pagelle del Cagliari, sconfitto 5-0 dal Napoli al Sant’Elia

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Storari: 6. Uscite (?) fuori tempo, 5 gol subiti. Eppure il portiere rossoblù evita un passivo decisamente peggiore, con interventi determinanti su Mertens e Callejon.

Isla: 5. Inconsistente in fase offensiva, negativo in quella difensiva, dove soffre tremendamente i brevilinei del Napoli.

Ceppitelli: 5. Male in impostazione, peggio nel contenere gli avversari.

Bruno Alves: 6-. Illuminanti le aperture per Isla, sicuro negli anticipi di testa. Ma da solo non può davvero nulla, specie se, oltre a difendere, gli si chiede di impostare.

Pisacane: 5+. Salva sulla linea in occasione dell’appoggio a colpo sicuro di Hamsik. Per il resto, rimane bloccato per la maggior parte del match sulla difensiva, proponendosi in sporadiche azioni.

Dessena: 5. Nervoso, non riesce a trasmettere la necessaria grinta ai compagni, subendo l’ennesima imbarcata (Dal 79’ Capuano: sv).

Tachtsidis: 5. Non ha ancora recuperato dall’infortunio, e si vede. Perde banalmente alcuni palloni, sbaglia stop facili e non verticalizza mai (Dal 54’ Farias: 6+. Decisamente il più pimpante dei rossoblù. Entra quando ormai la gara non ha più nulla da dire, eppure è in grado di puntare la difesa partenopea, impensierendo Reina in un’occasione).

Padoin: 5.5. Ci prova con una conclusione deviata. Pressa a tutto campo, spesso senza soluzione di causa, ma poco può contro la tecnica sopraffina dei napoletani.

Barella: 4.5. Si mette in mostra soltanto per un retropassaggio killer raccolto da Mertnes, sul quale Storari salva in uscita.

Sau: 5.5. Grande impegno, ma non basta se lasciato solo insieme a Borriello.

Borriello: 5.5. Predica nel deserto, fa a sportellate con la difesa del Napoli, chiede disperatamente un pallone sui piedi ma viene servito soltanto con lanci lunghi e imprendibili (Dal 70’ Melchiorri: sv).

Rastelli: 4.5. Altra umiliazione della stagione. Il tecnico, nonostante le numerose assenze che non devono essere un alibi, non riesce a motivare a dovere i propri giocatori, partendo già con l’obiettivo di “non prenderle”: il risultato è mestamente sotto gli occhi di tutti.

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