Il Cagliari è di scena domani alle 12:30 allo stadio “Ferraris” per affrontare il Genoa. Davide Nicola, nella consueta conferenza pre-partita, presenta la gara contro i rossoblù di Patrick Vieira.
Ecco le sue parole:
“Chi è rimasto ha lavorato con entusiasmo, chi è tornato dalla nazionale era molto contento perché ha avuto la possibilità di rappresentare il proprio paese. Hanno lavorato tutti con entusiasmo e motivazione e siamo pronti.
Il Genoa? È stato un passato lungo, come allenatore e giocatore, ci sono ricordi importanti che custodisco, mia moglie è di Genova, è una parte della mia vita, è un avversario che conosco bene per la qualità della rosa e il calore dei tifosi, siamo consapevoli che ci sarà da battagliare dal primo all’ultimo minuto, speriamo sia una bella partita.
Scuffet e Sherri sono pronti e mi fido ciecamente di entrambi, verrò domani con l’istinto chi scegliere. Vieira? Negli ultimi giorni abbiamo dovuto rivedere un po’ la strategia, abbiamo visto come ha giocato in passato con le sue squadre, ma credo che in cinque giorni non ci saranno stati grandi straviolgimenti, da collega lo so bene. Potrebbe decidere di far giocare la squadra come ha fatto in passato o potrebbe aver fatto richieste diverse, abbiamo spiegato ai ragazzi che ci sono differenti possibilità.
Marin? A centrocampo abbiamo molta scelta, abbiamo cinque giocatori di cui mi fido, e infatti giocano sempre tutti, chi dal primo minuti, chi a gara in corso, per me lui è molto importante. Razvan può dare il proprio contributo, come gli altri, dipende poi sempre anche dalle caratteristiche degli avversari. Vorrei metterli tutti ma so che ne dovrò usare solo quattro.
Ragiono in termini dell’ultima gara fatta, che ha dimostrato le potenzialità che abbiamo e che dovremo dimostrare nel maggior numero possibile delle prossime gare. Dobbiamo essere bravi nelle transizioni, non serve correre e basta, ma dobbiamo farlo in maniera intelligente.
Siamo stati più bravi con le squadre più forti? Non credo, abbiamo fatto bene anche con molte nostre pari grado, l’unica partita che abbiamo veramente meritato di perdere è stata quella contro l’Empoli, come ho detto più volte. Ogni partita è uno scontro diretto, non posso mai pensare che una partita sia più importante delle altre, perché possiamo prendere punti in ogni gara.
Sia Mina che Lapadula sono appena tornati ma hanno sempre giocato dopo le nazionali, ho sedici giocatori che impiego abitualmente, la mia ambizione è arrivare a venti/ventuno, significa che tutti hanno raggiunto la condizione per poter accumulare minutaggio. Mina mi preoccupa di più quando gioca troppo, per via dei suoi problemi fisici, fosse per lui giocherebbe sempre tutte le gare, ma il fatto che abbia saltato una gara mi fa stare tranquillo. È motivato e per noi è molto importante, deve diventare un leader a 360°, mettendo a disposizione della squadra le sue abilità. Adesso cerchiamo di lavorare sui dettagli.
Gaetano? È pronto a livello fisico, l’anno scorso è arrivato in un contesto dove non c’erano grandi aspettative e ha fatto molto bene, oggi gli si chiede di fare la differenza e lui si sta preparando ad assumersi questo onere, sta lavorando bene.
In alcuni ruoli, avere tanta scelta è un grande piacere, il problema è non averla una scelta del genere. Abbiamo delle alternative in molti ruoli.
Differenze tra Viola e Gaetano? Viola è più una seconda punta, sa rifinire e gli piace cercare l’uno-due. Gaetano è più rifinitore, ha un tiro forte e preciso, sa smarcarsi in zone che sono più adatte a una mezzala. Deve imparare ad attaccare la profondità negli ultimi 25 metri e dobbiamo imparare a dargli palle più pulite. Possono coesistere, secondo me, ma dovrebbero giocare con due compagni con caratteristiche diverse da loro.
Didi è un soprannome che mi è stato dato dalla mia maestra d’asilo, alcuni mi chiamano ancora così e arrivare a Genova mi ha aiutato a crescere, ho avuto grandi maestri e mi ha dato i presupposti per crearmi la mia vita, non solo calcistica. A Genova sanno quanto sono legato alla città ma sanno che quando gioco da avversario penso solo a fare il mio lavoro, e credo mi rispettino per questo”.