Ritorno al passato. All'Anti Giulini, ai giorni estivi in cui il verbo non era "compra" ma "consolida". E Cellino era il verbo e il verbo era Cellino.
Erano altri tempi, anni in cui il Cagliari è rimasto sempre uguale a sé stesso nel corso dei campionati cambiando ogni stagione uno o due tasselli, confermandosi pezzi grossi e rinforzando un nucleo duro che si cementificava ogni anno.
Le cose son cambiare radicalmente con l'avvento di Giulini, con la triplice rivoluzione sviluppata nelle estati 2014, 2015 e 2016: infornate di giocatori acquistati e ceduti a far da contorno alle preparazioni precampionato dei rossoblù, decine di volti nuovi tra contratti a titolo definitivo, prestiti secchi, con diritto di riscatto, controriscatto e chi più ne ha più ne metta.
Ma ecco che il signor Passato, come ama spesso fare, ogni tanto torna e bussa alla porta, come ogni moda, ciclica e incancellabile del tutto. Sarà forse per questo che quest'anno stiamo assistendo ad un'inversione di tendenza che ricorda da molto vicino lo stile dell'era Cellino. Big confermati (Barella, Borriello, Joao Pedro, Farias), pochi cambiamenti ed uno starting eleven che sarà il fratello di quello che ha conquistato l'undicesima piazza nello scorso campionato.
Le novità si vedranno in porta, dove Cragno rileverà Rafael, ma in realtà il giovane estremo difensore già era dei sardi. Si vedranno in difesa con la cessione di Isla, ma che potrebbe essere rimpiazzato con una soluzione homemade, quel Fabio Pisacane che tanto bene ha fatto nello scorso campionato. Il volto veramente nuovo si vedrà al centro della difesa, con Romagna o Andreolli a sostituire Bruno Alves, e in regia, con Cigarini per Tachtsidis. Non si può parlare di novità sulla corsia mancina, dove il titolare potrebbe essere il già rossoblù Miangue.

