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L’ultimo treno?

Il ritorno in A può coincidere con la rinascita di Marco Sau

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La rosa rossoblù è costituita da diversi giocatori che hanno la possibilità e il tempo di ambire ad un salto di qualità in un futuro non troppo lontano. Tralasciando l’eccezione Storari, Marco Sau è l’elemento che ha garantito standard e raggiunto fama, che nessuno in maglia rossoblù può vantare.

12 reti all’esordio in A, la maglia della nazionale e la consapevolezza che al netto degli infortuni può fare la differenza in qualsiasi categoria. Proprio i ripetuti stop a seguito d’infortuni più o meno importanti, stanno minando la carriera dell’attaccante sardo, riconsegnando a compagni e tifosi un ragazzo alla continua ricerca della condizione fisica e psicologica migliore, che consenta di sfruttare appieno le indubbie doti a disposizione.

Sau ogni anno che indossa la maglia rossoblù, va a rivestire un ruolo sempre più importante all’interno di uno spogliatoio che l’ha visto passare dal ruolo di allievo a quello di mentore e guida. Certamente non un passaggio facile, ma di certo obbligatorio per un ragazzo che, dopo la cocente delusione personale e di squadra della passata stagione quando l’arrivo di Zeman prospettava ben altri scenari, non ha abbandonato la nave dimostrando come il suo riscatto dovesse  passare attraverso una maglia e una città che rappresentano qualcosa di speciale.

Ritrovare la serie A dopo un solo anno di purgatorio non è facile, l’esserci riusciti può regalare a Sau e compagni una spinta suppletiva a quella che indubbiamente e inevitabilmente regala il palcoscenico più prestigioso. Alla soglia dei 29 anni, le possibilità per affermarsi ad alti livelli non sono poche ma vanno colte con ferocia e determinazione, perché la serie A è il palcoscenico legittimo per un attaccante come Sau, tuttavia è d’obbligo arrivarci nelle migliori condizioni possibili al fine di trascinare a suon di goal compagni e tifosi.

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