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Calma, non è "successo nulla": ora, barra a sinistra

Il Cagliari conquista la Serie A: poche luci, molte ombre ed un futuro da costruire con lucidità per far sì che la squadra possa essere protagonista nella massima serie

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Non è "successo niente”. Il Cagliari - grazie alla splendida vittoria contro il Bari - è nuovamente in Serie A. Come era logico, previsto, dovuto, voluto e per certi versi anche "scontato", seppur nel calcio di scontato ci sia ben poco. Il purgatorio cadetto (ricco di insidie e trappole) è durato solo una stagione, così come doveva essere. La massima serie è stata restituita al popolo dei quattro mori.

Una stagione particolare: senza generare clamorosi entusiasmi, (ad eccezione della festa promozione sotto la statua di Carlo Felice e poi a seguire in aeroporto) con lo stadio pieno (16.000 spettatori) giusto una manciata di volte, la compagine rossoblu ha vinto (a suon di record) ma arrancando nella seconda parte di stagione, un campionato obiettivamente povero dal punto di vista tecnico.

Una cavalcata (quella rossoblù) difficilmente paragonabile alle precedenti imprese firmate Silvestri, Tiddia, Ranieri, Ventura, Reja, ma che logicamente entra a pieno diritto nella storia del club.

La squadra non ha mai pienamente convinto. In primis sul piano del gioco. E per quanto infortuni e squalifiche abbiano certamente influito sulla marcia verso la promozione, resta il fatto che questo gruppo (costruito per vincere ed in possesso della rosa ampiamente più forte di tutta la cadetteria) doveva e poteva fare di più.

Si è così giunti al termine del campionato con il paradosso di un Cagliari ancora alla ricerca della propria reale identità e che ha costruito (quasi sempre) le sue fortune grazie soprattutto alle giocate dei singoli, quasi sempre decisivi e predominanti rispetto al collettivo fin da inizio torneo.

In campo (nonostante le vittorie) di frequente si è registrata parecchia confusione e poca lucidità.

A partire dal tecnico, apparso spesso in difficoltà e al quale comunque bisogna dare atto e merito di aver centrato l’obiettivo minimo stagionale in attesa dell'assalto al primo posto. Insomma, si è badato al sodo.

Ed allora si programmi immediatamente il futuro. La palla passa al Presidente Giulini e ai suoi collaboratori e al confermato Rastelli.

Che il Cagliari possa ambire al più presto (magari già dal prossimo campionato) ad una posizione in classifica che lo veda costantemente nella colonna di sinistra. Un Cagliari (ci si augura) capace di diventare (finalmente) in tempi brevi, protagonista nel massimo panorama calcistico italiano.

Bentornato in Serie A, Cagliari!

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