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C’è da finire da Cagliari

La squadra di Maran ha il compito di terminare la stagione sulla scia della partita di Napoli: per la maglia, per i tifosi, per l’orgoglio.

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E’ arrivato quel periodo del campionato in cui quasi tutte le squadre hanno già raggiunto i propri obiettivi e poche altre lottano ancora veramente per qualcosa.

A chi ha qualche anno in meno ricorderà parecchio gli ultimi giorni di scuola, in cui si doveva andare obbligatoriamente in classe per poi però fare di tutto fuorché studiare, dato che il programma era già stato sviluppato e spiegato, nonché verificato, da tempo.

Per una squadra di calcio il concetto è simile ma tuttavia leggermente diverso per un motivo molto semplice: ci sono i tifosi e si indossa una maglia che rappresenta una città, che per alcuni di loro significa tutto e anche di più. Ci vuole rispetto e sensibilità, ci vuole la giusta dose di professionalità mescolata ad un pizzico di appartenenza.

Ancor di più in una piazza emotiva come è Cagliari, in cui le persone vivono il calcio in maniera viscerale, forte ed intensa come in poche altre città (e poco amate dai supporters di fede rossoblù) ad esempio Napoli e Roma. In poche parole, bisogna dimostrare di possedere qualcosa di speciale, di diverso, di unico: in Sardegna non basta avere dei buoni piedi per essere amato, serve anche tanta personalità e voglia di lasciare il segno nelle difficoltà.

Serve passione, perché c’è da finire la stagione mostrando l’orgoglio che ha sempre (e per larghi tratti anche quest’anno) contraddistinto i rossoblù. Più semplicemente, c’è da finire da Cagliari per quello che è il Cagliari, ovvero la sua gente.

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