Le partite sinora disputate dalla formazione rossoblù hanno restituito un chiaro e preciso messaggio che sottintende la necessità di perseguire una strada definita, in grado di nascondere evidenti lacune massimizzando le risorse a disposizione.
Due caselle in particolare continuano a lasciare diversi dubbi: terzino sinistro e seconda punta infatti son due ruoli ancora privi di un interprete capace di offrire quanto richiesto.
Il mercato di riparazione ancora lontano, offrirà opportunità valutabili, ma il presente suggerisce un cambio di modulo basato sull’impiego di giocatori in collocazioni che tengano in maggiore considerazione caratteristiche tecniche e tattiche.
La virata proposta tende all’adozione di un compatto 3-5-2, che da un lato favorisce l’impiego contemporaneo di tre difensore titolari come Klavan, Romagna e Ceppitelli, dall’altro consente il ricorso a due fluidificanti sulle corsie laterali, incaricati di coadiuvare entrambe le fasi. Srna e Faragò sulla destra, Lykogiannis e Pajac a sinistra, si identificano come due coppie di maggior affidamento rispetto ad un loro impiego in una retroguardia a quattro.
La mediana, con Bradaric in cabina di regia affiancato da Barella e Castro, e Ionita prima opzione dalla panca, si configura come un reparto abile in fase d’interdizione ma sempre pronto ad alimentare le punte, senza disdegnare sortite in zona goal.
In attacco invece, la perdurante impalpabilità del duo Farias-Sau e il ricorso a Joao Pedro nelle vesti di seconda punta al fianco dell’intoccabile Pavoletti, spinge verso una formula senza trequartista, con due attaccanti abili a dialogare e completarsi.
Una strada lecitamente perseguibile da un tecnico dimostratosi capace ed incline al cambiamento, che obbliga il Cagliari a misurarsi con nuove dinamiche sconosciute, ma in grado di spingere l’intera rosa rossoblù verso obiettivi differenti.