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Pulga lo psicologo vincente

Giocare per vincere si sta rivelando molto più redditizio che giocare per non perdere

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L’avvento di Pulga ha ridato un influsso positivo a tutta la squadra, riuscendo a raccogliere 7 punti in 3 partite, centrando un risultato auspicato, ma messo fortemente in discussione dalle ultime partite condotte da Diego Lopez.

In molti hanno sostenuto che già dalla gara con il Sassuolo si è visto un immediato cambio di mentalità, ma d’altronde una rondine non fa primavera. Una formula famosissima recita “tre indizi fanno una prova”, quindi tre partite positive, di cui 2 in trasferta testimoniano che Pulga è l’uomo giusto nel posto giusto e più di tutti merita la conferma.

Un uomo che della concretezza fa il suo credo, ha spronato Conti e compagni a concentrarsi solo ed esclusivamente sul campo, ma soprattutto a cercare la vittoria qualsiasi fosse l’avversario da affrontare. I risultati come per magia sono tornati ad arrivare, dimostrando che la rosa allestita dal presidente Cellino è ottima e solo una conduzione tecnica assennata poteva valorizzare al meglio le risorse a disposizione.

Se proprio si vuol trovare il classico pelo nell’uovo al Cagliari manca ancora un po’ di cattiveria necessaria al fine di chiudere le partite ed evitare cosi un finale di partita di sofferenza come quello con il Parma di Donadoni ridotto in 10. Un super Silvestri, autore di un esordio da incorniciare e un Astori in forma mondiale, hanno messo in cassaforte la vittoria che ha sancito matematicamente la salvezza e la permanenza nella massima serie.

Colui che dovrà decidere sul futuro del Cagliari e in merito a chi dovrà sedere su quella panchina che nel corso degli anni ha visto avvicendarsi una marea di allenatori, sa che l’uomo giusto con il Cagliari e Cagliari nel cuore c’è già. Basta solo fare un contratto pluriennale in modo da iniziare un progetto che sarebbe qualcosa di nuovo per gli standard presidenziali, visto che tutti i progetti imbastiti nel corso degli anni svanivano sul nascere. Pulga è l’allenatore del presente, ma dovrà esserlo anche del futuro, perché sbagliare è umano, ma perseverare sarebbe celliniano.

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