Dopo l’importante vittoria ottenuta dal Cagliari al Franchi di Firenze contro la Viola, i rossoblù si proiettano verso l’ennesima “finale” che i ragazzi di mister Festa disputeranno domani alle 20:45 a Verona contro il Chievo.
Dal ritiro di Coverciano, dove la squadra sta proseguendo la preparazione, arrivano le parole del tecnico del Cagliari.
Ecco le sue dichiarazioni:
Gianluca, ti aspettavi un Cagliari così?
Sapevo che la squadra ha dei valori importanti. Sono rimasto piacevolmente sorpreso dall’attitudine di questi ragazzi. Prima ancora della tattica, è stato fondamentale ricompattarsi, in un momento di grande difficoltà. Forse la squadra non merita la sua attuale posizione di classifica, ma i fatti ora dicono questo. Non mi interessa quel che è stato, pensiamo a ripartire.
Che discorso hai fatto alla squadra?
Non mi ero preparato nulla, vado a sensazioni. Ho cercato di trasmettere il fatto che comunque vada a finire, non debbano avere dei rimpianti alla fine, tipo “potevo dare di più”, “dovevo fare questo in modo diverso”. Sono emozioni difficili da esprimere. L’allenatore può dare degli indirizzi, ma gli strumenti sono i giocatori. A Firenze ho visto una squadra che ha dato tutto, giocando con grande attaccamento e passione. Vorrei fare notare l’atteggiamento dei calciatori in panchina. Sono stati protagonisti come chi è stato in campo, ha partecipato soffrendo con i compagni e creando un clima di positività eccezionale. Questo vuol dire che siamo stati una squadra, dal primo all’ultimo. Voglio soffermarmi sul lavoro svolto dai miei collaboratori: sono stati scelti anche pensando al rapporto da creare con i giocatori, per costruire un ambiente entusiasta che abbia tanta voglia di fare.
D’accordo l’aspetto emotivo, però è anche vero che hai cambiato qualcosa anche tatticamente, tornando al modulo col trequartista che è stato il marchio di fabbrica del Cagliari negli ultimi anni…
Vedendoli in allenamento, ho visto delle situazioni che potevano essere incoraggianti in questo senso. Mpoku, con la sua abilità tecnica, dà la possibilità di tenere palla e ripartire. Cop? Si è mosso bene, ha segnato due gol e ha avuto altrettanti occasioni per segnare. Anche Farias ha disputato un’ottima partita. Penso che chiunque giochi in questo momento possa fare bene.
Ora che avete riaperto uno spiraglio per la salvezza, c’è il pericolo che facciano di nuovo capolino paure e tensioni?
Assolutamente no, in questo momento dobbiamo estraniarci da tutto e da tutti, e non creare aspettative. Alla salvezza continuiamo a crederci, ma dobbiamo pensare partita per partita. Quindi la Fiorentina appartiene al passato, non l’abbiamo nemmeno giocata. Il nostro pensiero deve andare solo e unicamente al Chievo.
Una partita che presenterà uno scenario tattico completamente diverso, per le caratteristiche dell’avversario…
Il Chievo è una squadra tosta, organizzata, con le linee molto ravvicinate. Fargli gol è difficilissimo, lottano su ogni pallone con grande determinazione e in avanti hanno attaccanti come Paloschi e Pellissier, bravi a sfruttare ogni occasione. Hanno 37 punti, sono reduci da un buon pareggio contro la Lazio, ma non credo ad un avversario appagato. Nessuno ti regala niente, in Serie A.
Quale potrebbe essere la chiave tattica?
Bisogna trovare la soluzione per allargarli e trovare spazi. Comunque noi, più che agli avversari, dobbiamo pensare a noi stessi, affrontare la partita con il giusto approccio.
C’è la possibilità di operare un piccolo turnover, dato che a giocare dopo due giorni?
Per noi questa partita è troppo importante, dunque giocherà la formazione che riterrò essere la migliore. Se è un impegno importante, non voglio però caricarla di eccessivi significati. Andremo in campo per fare il massimo, come sempre.

