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Il Cagliari? Paga il sortilegio dello "Sciamano" Lapadula

L'ultimo gol vittoria al Sant'Elia in favore dei rossoblù è stato siglato dal bomber del Pescara. Da quel momento, tra le mura amiche, Storari e compagni hanno raccolto soltanto polvere e rabbia

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Sabato 20 febbraio 2016: al Sant’Elia corre il minuto numero 67. Giannetti (da poco in campo per l’assalto finale dei rossoblù contro il Pescara) inventa un pallone di testa che finisce nel bel mezzo dell’area piccola di rigore. Tocco di Lapadula e carambola beffarda in rete per l’"autogol vittoria" del Cagliari (in rimonta) contro la compagine di Oddo. 2-1 finale con i rossoblù bravi e fortunati al cospetto di un Pescara che disputa una bella gara e capitola, come detto, soltanto nel finale.

Da quel momento - come fosse un terribile sortilegioStorari e compagni (tra le mura amiche), là dove soltanto il Como era riuscito a strappare un punto, hanno raccolto cenere e rabbia.

Tre sconfitte consecutive ed appena un gol all’attivo. Destino vuole, siglato proprio da Giannetti (di schiena) su colpo di testa di Ceppitelli al 90’ della gara persa per 2-1 contro lo Spezia.

In precedenza, altre due batoste. 1-0 contro il Novara e 2-0 contro il Perugia dell’ex Bisoli. Fortino aperto, Cagliari in crisi, ritiro “punitivo” prima delle liberatorie vittorie in trasferta.

Due consecutive: a Vicenza e Modena. Sempre nel finale, in Emilia in rimonta nei cinque minuti di recupero.

Come un sortilegio, dicevamo. Sì, perché l’autorete di Lapadula segna l’ultimo gol favorevole al Cagliari al Sant’Elia. L’ultimo che ha dato punti alla squadra di Rastelli dalle parti di Via Vespucci.

Come fosse uno Sciamano, il bomber del Pescara (penseranno i più maligni), dopo aver “scaraventato” quel “maledetto” pallone nella propria porta (“regalando” così l’ultima vittoria casalinga al Cagliari), è riuscito nella "magia" di scatenare un negativo sortilegio a tinte rossoblù.

Basta ripensare e rivedere il suo sguardo pochi secondi dopo l’incidente, basta avere un po’ di fantasia per scrivere una storia che possa cercare una “valida” giustificazione a quella che ormai è diventata la “maledizione del Sant’Elia”.

Basta poco, davvero poco per trasformare il buon Lapadula in un diabolico Sciamano.

Far benedire il Sant'Elia? Perché no!

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