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Cagliari, siamo alle solite

Perché ad ogni inizio di stagione, la burrasca è dietro l'angolo?

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Ormai ci hanno fatto l'abitudine un po' tutti.

Presidente, giocatori, tifosi e addetti ai lavori. Il Cagliari degli ultimi anni soffre terribilmente ad inizio stagione, e la cosa purtroppo, fa parte del paesaggio e non stupisce più nessuno.

Cosa sono in fondo una manciata di sconfitte ad inizio stagione, se di fronte hai un intero campionato?

Nulla, risponde il tifoso avvezzo ad un Cagliari che lotta realmente e si diverte, solo da primavera in poi.

Peccato però (e questo è il punto dolente) che il campionato si gioca anche in autunno e in inverno, e vedere una squadra che riesce a perdere in casa, contro una diretta concorrente e dopo un doppio vantaggio, fa davvero tremare i polsi.

Pensare di arrivare al “vero campionato” del Cagliari (cioè verso aprile) con un ruolino di marcia fatto di tante sconfitte, qualche pareggio e poche vittorie, alla lunga stanca ed è una follia.

Rischia anzi, di placare il gusto di cavalcate salvezza (pur sempre degne di dare emozioni forti) anche al più acceso dei tifosi, che fino a gennaio e dintorni diventa una furia perché più o meno, le prende da chiunque.

Ma davvero ci si accontenta un altro anno di questo andazzo? Davvero può bastare alla piazza di Cagliari, un così esile programma con happy end già scontato?

Forse è troppo prematuro per porsi queste domande, ed effettivamente le sirene d'allarme è giusto che per ora, ancora non suonino.

E' auspicabile invece, che si drizzino le antenne di Leonardo Semplici e si corra veloce ai ripari per raddrizzare inerzie che, né Maran prima, né Di Francesco poi, son riusciti a correggere. E tutti sappiamo come è andata a finire.

Probabilmente ci si culla troppo sul girone di ritorno, dove tutto, (appunto),...torna.

Ovvero che tempo e vittorie cicatrizzino ogni ferita e ci si dimentichi di un' andata in stato comatoso, il cui contrario poteva evitare l'acqua alla gola del far punti vitali per salvarsi.

Ma ci si deve anche arrivare, al giro di boa, e lo si deve fare da squadra viva.

Iniziare ogni anno in sofferenza, ti butta nell'angolo di chi per tutta la stagione soffre, per poi godere solo alla fine. Il tutto senza troppi slanci, divertimento e sogni. Che nel calcio sono il sale, sopra i programmi seri, di ogni società. Per quelle che ce li hanno, i programmi.

Tutto troppo prematuro, è vero. Giudizi e sentenze comprese.

Ma se il buon giorno si vede dal mattino, sopra il Cagliari (al momento) c'è la solita calma apparente prima della burrasca che pare dietro l'angolo.

Ci si protegga per tempo dunque, e si superi la paura. I temporali estivi, non sono così simpatici da gestire. Specialmente in una realtà come Cagliari, dove nei gironi di andata è sempre pieno di tecnici dalle buone intenziomi.

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