Il match che vedeva il Cagliari affrontare tra le mura amiche della Sardegna Arena, si configurava come una prova in grado d'offrire l'ennesima chance verso una crescita definitiva, oppure rinnovare dubbi di difficile soluzione.
Il 4-0 finale, lascia ben poco spazio alle interpretazioni e su quale previsione abbia prevalso sull'altra, tuttavia la contesa nel suo complesso ha offerto la possibilità di registrare diverse indicazioni.
Per la prima volta in stagione, il nome di Deiola è comparso nell'undici titolare rossoblù, a completare una mediana formata da Barella riproposto in regia e il l'insostituibile Padoin nei panni di mezz'ala sinistra.
63 giri di lancette, caratterizzati da una palla goal gettata alle ortiche, ma che non può e non deve offuscare, la prestazione di un ragazzo che prova a ritagliarsi un ruolo di maggior rilievo nelle gerarchie della compagine isolana. Corsa, generosità , costante ricerca dell'inserimento in grado di creare la superiorità numerica, senza disdegnare la possibilità di rendersi pericoloso dalla distanza, sono tutti fattori emersi inequivocabilmente.
Segnali, forse minimi e non strabilianti, che vanno tenuti in debita considerazione quando provengono da un prospetto che risponde al nome di Deiola. Il centrocampista sardo, infatti dopo un avvio di carriera che ne faceva presagire un percorso simile a quello del conterraneo Barella, stenta nel trovare una continuità d'impiego e di rendimento.
In un Cagliari che fatica oltremodo nel trovare una propia identità , il poter disporre di un interprete in più nelle rotazioni, si configura come una risorsa importante all'interno di un collettivo povero di alternative. Cogliere ogni singola occasione possa prospettarsi da qui alla fine della stagione, diventa un obbligo per lo stesso Deiola, chiamato a chiarire quale dimensione appartenga al proprio futuro.