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Hanno aperto la gabbia

L'analisi del match contro il Brescia

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E fu così che dopo due mesi in cui il leone era stato rinchiuso e deriso, dopo due mesi in cui i passanti furono liberi di lanciargli sassi e ridergli in faccia, dopo due mesi in cui tutti non facevano che ricordargli come fosse brutto e vecchio, qualcuno aprì la gabbia. Un ruggito, anzi sei:  ladies and gentleman, vi presento il Cagliari, quello vero, stavolta.

Una reazione clamorosa dei rossoblù, che dopo una serie di flop consecutivi che sembrava interminabile hanno scelto il Brescia come vittima sacrificale e l’hanno letteralmente annientato. A quasi cinque mesi di distanza dal tremendo 4-0 inflitto dalle Rondinelle ai sardi il Cagliari si è vendicato con gli interessi, chiarendo ancora una volta una gerarchia esistente da inizio campionato: quando i rossoblù giocano come sanno, sono di un altro pianeta.

Il tema della gara era chiaro sin dai primi minuti, con il Brescia che giocava con dieci uomini dietro la linea del pallone più Caracciolo a tentar di fare reparto da solo là davanti. Il fatto è che la fase di non possesso non ha funzionato al meglio per i lombardi, con Kupisz ed Embalo poco attenti in fase difensiva e Camilleri e Coly lasciati da soli sull’isola mentre Pisacane e Murru li bombardavano sulle fasce. Non a caso tutti i gol del Cagliari nascono da cross dalle corsie laterali e i due gol da calcio piazzato son comunque frutto di azioni laterali: il gol di Capuano è frutto di una punizione procurata sull’out di sinistra e il rigore trasformato da Joao Pedro è guadagnato da un ottimo spunto di Murru.

Proprio il terzino di Selargius si è reso protagonista di un’ottima prova, dando prova del suo notevole talento (lo mostrasse sempre…). Chi obietta sulle doti di questo ragazzo cerchi di ricordare quanti altri terzini di 21 anni possono vantare la sua esperienza, il suo fisico e i suoi piedi. Il suo limite è sempre stata la disciplina tattica ma col tempo sta acquisendo pure quella.

Chi invece sta convincendo proprio tutti è quel ragazzo con la numero 10 che ieri qualcosina di buono l’ha fatta vedere. Tanto per gradire, ieri Joao si è portato a casa il pallone con tanto di quarto gol sfiorato, e qui è quantomeno curioso ricordare la differenza tra il Joao Pedro dell’anno scorso, lento, senza ruolo, oggetto misterioso, e quello di quest’anno, un giocatore determinante, in grado di trascinare la squadra, finalmente degno di quel numero che porta sulla maglia. Nel tempo libero, persino goleador.

Dunque un Cagliari che ha giocato a tennis con un Brescia mai in partita e ha portato a casa una vittoria decisamente galvanizzante. Ora due partite nella prossima settimana, la promozione in tasca e il Crotone dista solo tre punti. C’è una coppa da alzare…

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