Partecipa a Blog Cagliari Calcio 1920

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

È un paradiso col diavolo

L'analisi del match contro lo Spezia

Condividi su:

È un paradiso col diavolo, è uno champagne senza bollicine, è una stella che non fa luce, è nettare degli dei non potabile.

Guardiamo la realtà: il Cagliari è virtualmente in A, ha un margine sulla terza in grado di far dormire sonni tranquilli a tifosi e giocatori, e il ritorno nella massima serie si avvicina a grandi passi. Tutto predisposto per la festa insomma, eppure i palloncini son sgonfi e gli invitati hanno perso la voglia di celebrare (i pochi rimasti, s’intenda). 

Perché in mezzo ad un successo annunciato e riuscito si sta generando una progressiva sensazione di flop, di fallimento. Sarà che i rossoblù avevano dimostrato di poter essere un vero e proprio rullo compressore, arrivando a dare l’impressione di essere di un altro pianeta. Poi gli alieni si sono umanizzati, ma tornando sulla terra hanno dimenticato come si accendesse una lampadina e son rimasti al buio: un risultato negativo dopo l’altro, un malcontento generale e il Sant’Elia che da fortino inespugnabile diventa terra di conquista.

E dunque anche ieri, come del resto quasi sempre negli ultimi due mesi, si è visto un Cagliari brutto e con poche idee, che è andato sotto di due gol e poi, come sempre, si è svegliato a cinque minuti dalla fine. Il problema è che non è sempre Pasqua (anche nel vero senso della parola) e quindi i sardi non son riusciti a bissare la remuntada in salsa modenese. Chissà che la prossima volta non decidano di iniziare a giocare prima, perché in quel caso i tre punti sarebbero del Cagliari in partenza: del resto, a Modena son arrivati due gol in tre minuti, ieri un altro gol non appena i rossoblù hanno deciso di giocare a calcio: trattasi di potenziale inespresso.

Peccato, perché sarebbe stato bello dedicare questa vittoria a Federico Melchiorri: quanto sarebbe servito ieri uno come lui, in grado di spezzare i raddoppi e di offrire tanta intensità e quantità oltre alla qualità. Ma forse uno come Federico non ha manco bisogno della dedica, ed è sin troppo ovvio dire che tornerà più forte di prima, lui che ha passato una vita a rialzarsi dopo esser stato buttato a terra da una sfortuna che l’ha sempre perseguitato. Ora l’ennesima sfida, ma che sarà mai un crociato quando sei un leone, che sarà mai quando ti chiami Federico Melchiorri?

Il Cagliari prenda esempio da lui, si rialzi ancora, dopo l’ennesima caduta, trovi la forza di leccarsi ancora le ferite e tornare a ruggire. Perché qui c’è ancora chi spera in una festa vera, e c’è chi proprio non vuole sentirne di vederla rovinata. Comprate i palloncini. Il 20 maggio vedremo se gonfiarli o no.

Condividi su:

Seguici su Facebook