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Come fosse il canto del cigno

L'analisi del match contro il Bari

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Nel giorno in cui fu presentato il nuovo stadio, il vecchio Sant’Elia si accorse di saper ancora far emozionare i presenti. Un impianto gremito come ai vecchi tempi, finalmente in grado di scaldare il clima, in grado di provare il piacere di fare chiasso. Una bolgia, e non un teatro. E all’intervallo, mentre sul maxischermo venivano proiettate le immagini del nuovo stadio che sorgerà nel 2019, sembrava quasi che i tifosi stessero salutando quella che per più di trent’anni è stata la loro casa. Sarà il sottofondo dei Tazenda, sarà la voce di Andrea Parodi, ma Cagliari-Bari è sembrato il canto del cigno del Sant’Elia.

E dato che i rossoblù lasceranno l’impianto, lo vorranno fare a modo loro, vincendo questa Serie B. Di sicuro una delle tappe principali era il match di ieri contro i pugliesi.

Perché sino ad oggi si è parlato di una manifesta superiorità del Cagliari rispetto alle avversarie, con i sardi che non avevano mai incontrato una squadra con un organico all’altezza del loro. Ieri è (quasi) arrivato quel giorno. La rosa biancorossa è di primissimo livello, in tutti i reparti, e il Bari dispone anche di una panchina folta e qualitativamente elevata. Forse non al livello del Cagliari, ma comunque non lontanissima dagli standard rossoblù. E dunque la sfida si presentava come una sorta di resa dei conti.

Il 2-1 finale regola la situazione, perché porta i sardi a cinque punti di vantaggio sui pugliesi e li avvicina al Crotone (che intanto ha pareggiato col Latina). Il risultato sarebbe potuto esser anche più tondo, con un po’ più di cinismo che è mancato. Il punteggio finale ha permesso ai sardi di poter poggiare la testa sul cuscino col sorriso stampato sul volto, ma spesso queste imprecisioni possono costar caro, specie ad una squadra “condannata” a vincere sempre e comunque. Le partite vanno chiuse, e non solo perché in questo modo il Cagliari attenta ogni settimana alle coronarie dei tifosi, ma soprattutto perché non sempre si può farla franca come ieri.

E chiariamoci, ha sbagliato Cerri come hanno sbagliato Sau, Farias e Melchiorri, quindi non ci si perda in inutili paragoni e non ci si limiti a puntare il dito contro un ragazzo per puro partito preso. Altrimenti si rischia di scadere per tutta la stagione nel dibattito Cerristi contro Cerrolonghisti. Il ragazzo deve giocare con serenità, crescerà e tra tre-quattro anni varrà minimo venti milioni. Del resto non può che migliorare, osservando tutte le settimane in allenamento grandi attaccanti come Sau e Melchiorri.

A proposito di quest’ultimo, è davvero un peccato che sia esploso così tardi, perché questo ragazzo è davvero di un’altra categoria: è palesemente un attaccante da doppia cifra in Serie A.

In mezzo ai sorrisi post-vittoria, un piccolo rammarico potrebbe arrivare dalla doppia ammonizione Joao Pedro-Farias, entrambi diffidati e dunque entrambi assenti contro la Salernitana. E ora chi gioca sulla trequarti? C’è quel ragazzo col numero 18 che sta scaldando il piedino…

Dunque il Cagliari concluderà il girone d’andata con Salernitana e Pro Vercelli, due match alla portata. Necessario portare a casa sei punti, magari laureandosi campioni d’inverno. 

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