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Zemanlandia è una giostra senza luci: a Cagliari non si diverte più nessuno

L’analisi del match contro il Chievo

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Eravamo tantissimi. Tutti avevamo in mente quel magico 4-4, tutti eravamo pronti a goderci un nuovo show di Zemanlandia. Ma prima ancora che lo spettacolo potesse iniziare, il clown è invecchiato e ha smesso di far ridere tutti, la tigre si è rotta le scatole di entrare dentro ai cerchi infuocati, l’equilibrista è inciampato e il tendone è crollato. Le luci si sono spente, gli applausi son diventati fischi. L’entusiasmo boemo è davvero scomparso? Guardi la tribuna e dici forse, guardi il campo è rispondi sì. I quattordici uomini scesi in campo non avevano nessuna voglia di far divertire, forse nemmeno loro volevano divertirsi.

Sembravano essere in campo solo perché qualcuno ce li aveva mandati, poi quel che succede succede. Al decimo minuto era già tutto successo: i rossoblù erano sotto di due gol. Il vero problema è che la cosa non sembrava nemmeno strana, molti hanno fatto l’abitudine a queste situazioni. Così come un folto gruppo di persone ha trasformato in routine la fifa cronica che ci pervade ogni qual volta ci sia un calcio piazzato in favore della squadra avversaria.

Peccato solo che in quel folto gruppo ci siano anche diversi giocatori del Cagliari, inconcepibilmente disattenti su ogni situazione da palla inattiva. Inutile prendersela poi con Cragno, che a vent’anni non può reggere una  barca di marinai che non remano. Il portierino, anche in questo periodaccio dei sardi, non sta assolutamente mal figurando e anche ieri si è reso protagonista di alcuni ottimi interventi.

Se dietro i rossoblù hanno una difesa che non è certo una sicurezza, si potrebbe dire molto anche sul centrocampo. Ma se si vuole parlare di questo reparto bisogna compiere una scelta: o si decide di difendere ad oltranza Conti solo perché lui è Conti e guai a chi tocca il capitano, oppure si ragiona e si comprende che a quasi 36 anni non ha più la corsa per reggere il ritmo di un calcio forsennato e verticale come quello di Zeman, si capisce che è un giocatore con caratteristiche inutili e dannose al calcio del boemo. Il calcio di ZZ non è Tiki-Taka, sia inteso, ma è comunque velocità, rapidità di pensiero e di esecuzione. Conti ama tenere tra i piedi il pallone, gestirlo, girarsi e rigirarsi alla ricerca di una soluzione geniale che non c’è. Molto spesso questo suo modo di concepire il gioco finisce per rallentare irrimediabilmente l’azione.

Al momento Crisetig, con la sua freschezza, sarebbe più adatto in cabina di regia e in questo modo sarebbe anche svincolato dal ruolo di mezzala destra, che non è il suo ed in cui fa molta fatica. È anche vero che ieri avrebbe giocato male persino Maradona (no lui no, non scherziamo), perché anche Ekdal, di solito brillantissimo, ieri era in grande affanno ed era la controfigura del gran giocatore ammirato nelle ultime uscite. E poi quanto manca Sau! Da quando il bomber di Tonara è K.O., il Cagliari è completamente ridimensionato, e gioca bene solo se Cossu è in giornata.

Perché nel ruolo di falso nueve il numero sette rossoblù è il fulcro dell’attacco sardo e da lui dipende tutta la pericolosità offensiva degli isolani. Ibarbo e Farias predicano nel deserto. Non voglio dire che loro due stiano facendo i fenomeni e gli altri i bidoni, ma le due ali sono i due attaccanti più pericolosi, solo gli unici a saltare l’uomo e ad azzeccare i tagli: l’impressione è che, se la squadra giocasse bene, sarebbero davvero incontenibili. Ora bisogna scrollarsi di dosso le ceneri di questa partita, munirsi di pazienza e, una per una, accendere tutte le luci.

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