Non c’è peggior naufragio di quello che accade quando sei ad un passo dall’arrivo. Un po’ perché vedi già la destinazione e inizi già prima di toccarla ad immaginarla, a pensarla come tua. Un po’ perché sarebbe bastato resistere un altro pochino e avresti messo piede a terra. A Verona la barca rossoblù naufraga all’89’, proprio quando si stava aspettando solo il fischio finale per mettere in saccoccia un punto tanto prezioso quanto meritato. Il calcio è imprevedibile, d’accordo, ma ha anche le sue leggi, che sembrano solo superstizione ma poi spuntano fuori ad ogni occasione. Una di queste è molto chiara, la chiamano la dura legge del gol: se costruisci tanto ma non segni, poi il gol finisci per subirlo. Le sfide le vince chi la butta dentro, non chi fa la partita e questo bisogna accettarlo. Il Dio del calcio poi, a volte, si diverte ad incrociare destini, a creare storie un po’ fantastiche ed un po’ crudeli. L’esempio lampante ha il numero 77, gioca nel Verona e si chiama Panagiotis Tachtsidis. Due anni fa un famoso allenatore decise di lasciare in panchina un certo Daniele De Rossi per dare spazio ad un giocatore che lui riteneva superiore, proprio Tachtsidis. Il nome di quel mister era Zdenek Zeman. Ieri il centrocampista greco, pupillo del tecnico boemo, ha castigato il Cagliari di ZZ con una sventola da fuori area di prima intenzione quasi a dire “grazie tante per avermi lanciato, ora beccati questa”. L’allenatore rossoblù ha fatto i complimenti al suo prediletto, confermando di reputarlo un gran giocatore. La botta del “Taxi” ha fissato il punteggio sull’1-0 a un minuto dal termine, punendo un Cagliari che non ha giocato affatto male, dimostrando ancora una volta di voler andare a fare la partita ovunque, anche in trasferta. Soprattutto nel primo tempo i sardi hanno provato a fare la voce grossa, pressando alti sin da subito e creando diverse occasioni da gol. Sulla sinistra ha disputato una buona gara Avelar, sottotono nelle ultime apparizioni, spingendo con regolarità. Anche i due sardi Sau e Cossu hanno offerto una discreta prestazione. Per il primo un match con tanto sacrificio e anche buone giocate. Quando gli è subentrato Longo si è capito che il livello dell’isolano fosse più alto del collega, che non appare ancora perfettamente a suo agio. Per quanto riguarda Cossu, c’è poco da dire. Il cagliaritano è, probabilmente, il giocatore che più si sta adattando al calcio di Zeman e anche ieri ha disputato una buona prova, condita da un gesto che lo rende ancor di più l’idolo della curva sarda ma che non gli porterà tanti amici a Verona. L’ala (si, chiamiamolo ala) si è resa protagonista di diversi battibecchi nel corso del match con i tifosi scaligeri, che son stati i suoi per sei anni. Lo scambio di “carezze” è proseguito al momento della sua sostituzione, quando Cossu ha fatto capire che il suo cuore fosse per lo stemma del Cagliari. Crisetig, Balzano ed Ekdal son stati meno fenomeni rispetto a San Siro, ma non è sempre Pasqua. Così come non è sempre Pasqua per Ibarbo che, dopo aver fatto impazzire i difensori nerazzurri la settimana scorsa, ieri ha fatto lo stesso con i tifosi del Cagliari, dilapidando alcune occasioni clamorose. Grandi palle gol pure per Ceppitelli con la specialità della casa, il colpo di testa. La difesa rossoblù, in fin dei conti, ha tenuto benino, almeno per 89 minuti, peccato solo che le partite finiscano al novantesimo. Nelle prossime gare la principale prerogativa sarà quella di trovare il gol prima di doversene pentire. Forse il risultato più giusto sarebbe stato un banale 0-0 ma si sa, con Zeman in panchina questo risultato non esiste. E per il bene del calcio, quello dei sorrisi e dello spettacolo, quello vero insomma, è meglio così.