Non è stata una serata facile quella vissuta dal Cagliari sotto i riflettori di San Siro. I rossoblù sono usciti con le ossa rotte dalla “Scala del calcio” perdendo 5-1 contro un Milan tutt’altro che irresistibile e, quel che è peggio, proponendo per ampi tratti della gara un atteggiamento completamente passivo di fronte agli assalti rossoneri. Quello che fa tanto rumore di fatto non è l’ampiezza del risultato: non è la prima goleada che il Cagliari subisce e presumibilmente non sarà l’ultima. Ciò che preoccupa maggiormente tutti è il modo in cui esso è maturato in un momento della stagione in cui la squadra dovrebbe mostrare spirito battagliero, abnegazione e agonismo. Qualità anche e soprattutto morali che chi lotta per la salvezza non può non possedere e che invece il Cagliari mostra a sprazzi. Si sono ampiamente intraviste nel filotto di cinque punti contro Atalanta, Inter e Juventus, così come sono clamorosamente venute a mancare contro Genoa, Lecce e Milan.
Nello specifico caso dell’ultima partita ovviamente la prestazione rossoblù è stata condizionata dalla forza dell’avversario. La differenza tra le due rose però non giustifica l’andamento della gara, durante la quale i rossoblù si sono progressivamente dissolti come neve al sole permettendo al Milan di dilagare. Per di più non parliamo del Diavolo dominante della stagione dello scudetto ma di una squadra sazia che arrivava da un filotto di quattro partite senza vittoria (tra cui due pareggi per 3-3 contro Sassuolo e Genoa). Evidentemente al Cagliari è mancato qualcosa per conquistare punti a San Siro, magari un po’ di coraggio in più nel momento di massimo sforzo, ovvero dopo il gol del 2-1 di Nandez. In quella circostanza forse la squadra avrebbe beneficiato di qualche innesto offensivo per provare a mettere pressione alla difesa avversaria, invece i cambi sono arrivati solo a quindici minuti dalla fine - immediatamente in seguito al 3-1 del Milan - e sono sembrati tardivi.
Le ultime due reti rossonere contano il giusto nell’economia dell’analisi perché in quella fase della gara il Cagliari aveva già perso la testa. Dopo la traversa colpita all’80’ da Shomurodov, i sardi non hanno più avuto la forza di rendersi pericolosi e si sono rintanati nella propria metà campo concedendo agli attaccanti avversari la possibilità di banchettare. Certamente non un buon segnale in vista della volata finale contro Sassuolo e Fiorentina ma per fortuna ogni partita è una storia a sé ed il destino è ancora nelle mani dei ragazzi di Ranieri. Occorre solamente deciderlo.