Il Cagliari ne pareggia un'altra. Lo scontro tra nobili decadute sorride più al Genoa che ai sardi, con gli uomini di Gilardino che ottengono un punto su un campo difficile e consolidano il secondo posto. 

Già, il secondo posto. Quello che ormai sta diventando sempre più lontano per i rossoblu, anche se Claudio Ranieri si fida solo della matematica, e fino a quando i numeri terranno viva la speranza ha confermato che si continuerà a lottare per la promozione diretta. 

Tuttavia, la classifica è abbastanza chiara: la zona playoff si allunga sempre di più e le prime due scappano. Tra il Genoa e il Cagliari ci sono sempre 9 punti, difficili da recuperare quando mancano poco più di dieci giornate al termine del campionato. Quando però non si vince da settembre fuori casa, è difficile poi fare punti sempre tra le mura amiche. 

Ieri sera i sardi se la sono giocata e alla fine hanno fatto una prestazione sufficiente, anche se i primi 45' non sono stati buoni. Mancano i gol, come ha ammesso lo stesso Ranieri, e non può essere solo Lapadula l'unico a pensarci. Serve una mano anche dai Luvumbo e Mancosu, ma anche dai centrocampisti, che hanno pochissimi gol all'attivo quest'anno. 

Da quando Sir Claudio si è seduto sulla panchina rossoblu, la fase difensiva è diventata molto più solida rispetto a prima, ma i problemi davanti sono rimasti gli stessi. C'è difficoltà nel trovare l'ultimo passaggio e nel verticalizzare. Il Cagliari arriva bene sulla trequarti, ma poi è come se si inceppasse, come se staccasse la spina sul più bello. 

La differenza ieri ha provato a farla Nandez, entrato dalla panchina dopo un periodo ai box. Si è visto subito il cambio di passo, ma non è bastato. È stata una gara sporca, brutta per certi versi, che ha regalato davvero poche emozioni. Se il Cagliari vuole tornare in Serie A, questi scontri diretti non può lasciarseli scappare. In ottica playoff è meglio un punto che niente, ma dall'altra parte, se l'obiettivo dichiarato è ancora il secondo posto, si può dire che è stata un'occasione persa.