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Mediocri

L’analisi della partita contro il Palermo

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Il Cagliari non riesce a dare continuità alla vittoria contro il Perugia e cade 2-1 a Palermo sotto i colpi di Brunori e Segre. Viene sconfitto dopo aver proposto la stessa prestazione agrodolce - ieri apprezzabile nei primi trenta minuti, incolore negli altri sessanta - che ha contraddistinto molte delle prime diciotto uscite stagionali rossoblù. La classifica ne è una diretta conseguenza: il 14° posto indica inequivocabilmente come il Cagliari al momento sia una squadra al massimo definibile mediocre. Anche i numeri, che non mentono mai, dicono lo stesso: 21 reti segnate e 23 subite nell’arco di 5 vittorie, 7 pareggi e 6 sconfitte, con la bellezza di 22 punti raccolti. 

Un ruolino di marcia da metà classifica o al peggio da salvezza, che andrebbe bene se non fosse che il Cagliari volesse ben altro ai nastri di partenza del campionato. Tuttavia la sola volontà nella vita non basta a far nulla, per realizzare qualsiasi obiettivo degno di nota servono capacità e attitudini che probabilmente questa squadra non possiede, o che non riesce a tirar fuori. E’ del secondo avviso il DS Nereo Bonato che ha così commentato dopo la gara: “Credo che abbiamo fatto molto bene la prima mezz’ora, creando tanto ma non riuscendo a concretizzare. Poi il rigore ha cambiato la gara ed è questo il problema reale. Perché come era successo a Terni con l’episodio perdiamo lucidità e non riusciamo ad esprimerci. E credo che le squadre importanti, le squadre che sono veramente squadra, hanno le capacità di indirizzare questi eventi. Noi dovremmo essere in grado di farlo viste anche le qualità presenti all’interno dell’organico."

Bonato pensa quindi che si tratti non tanto di un problema di qualità ma più di espressione della stessa. Il che potrebbe essere plausibile visto che il Cagliari è una squadra che spesso e volentieri si accende e spegne a intermittenza: i sardi alternano momenti buoni a errori marchiani che vanificano quanto di positivo fatto in precedenza. La partita contro il Palermo si è svolta sulla stessa falsariga: prima un’ottima partenza rossoblù arricchita da due occasioni importanti sui piedi (e la testa) di Pavoletti e Nandez, poi il ritorno dei rosanero e l’errore che ha portato al calcio di rigore trasformato da Brunori. Nel finale il gol inutile del capitano, in mezzo tanto possesso palla sterile dei sardi ed il raddoppio dei padroni di casa, quasi come a punire le leziosità e la mancanza di cinismo della squadra, sottolineata anche da Liverani nel post gara.

E ora, una volta individuati i presunti problemi del gruppo, ecco che appare più sensata la scelta del mini ritiro: e’ chiaro che la società non ha  il potere di cambiare le cose immediatamente, così spera che la convivenza forzata almeno spinga i protagonisti a confrontarsi e a trovare delle soluzioni spontaneamente. In caso contrario alcuni cambiamenti sul campo saranno inevitabili, anche a fronte di quelli già in essere all’interno della società.

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