L'idea che nel 2022 il Cagliari possa essere il Barcellona di Guardiola si fa largo, almeno sino a quando l'occhio nudo continuerà a vedere il numero zero alla voce sconfitte. È probabile, e anzi scontato, che presto arriverà la mezzanotte e Joao Pedro e compagni dovranno fare i conti con quella zucca spacciata per carrozza; ma sino a quel momento, tanto vale ballare al castello del principe. Se non altro, i rossoblù hanno messo in piedi il primo vero assalto del campionato. Altre volte il Cagliari aveva trovato un gol del pari (e un'altra volta era arrivata anche la vittoria), ma mai andando a cercarlo con veemenza. I recuperi arrivavano quasi per caso, con l'episodio o la giocata, frutto di un guizzo estemporaneo più che di una vera e propria intenzione convertita, col risultato che i rossoblù davano l'idea d'essere sempre uguali a sé stessu. Il vantaggio del Bologna, stavolta, ha cambiato volto alla squadra, che ha generato il più evidente (e a giochi fatti efficiente) sforzo offensivo, tradotto poi nella rimonta griffata (o graffiata) da Gaston Pereiro. Magari sarà solo una coincidenza, fatto sta che il match di ieri ha chiarito, se mai ce ne fosse bisogno, che se produci tanto raccogli: non necessariamente tanto quanto hai prodotto, ma abbastanza da raggiungere l'obiettivo. Soprattutto, per segnare non serve avere sette attaccanti in campo, anzi, e infatti il 2-1 è arrivato in un momento in cui i sardi giocavano con tanti rifornitori e quanto basta per finalizzare: con Pavoletti out per la botta spezza-respiro, il peso del reparto avanzato gravava sulle spalle di Joao Pedro, un nove e mezzo, e Gaston Pereiro, che piuttosto che sforzarsi di trovargli un ruolo si farebbe prima a vincere il Nobel per la fisica.
Questo per motivare come, in effetti, non sempre la scelta più istintiva sia necessariamente quella più corretta: c'è stato un periodo in cui sembrava che non si potesse giocare a calcio senza Keita, Pavoletti e Joao Pedro in coabitazione, e la loro mancata coesistenza pareva essere l'unico cruccio del Cagliari. Alla fine i rossoblù si stanno ritrovando con meno carte a disposizione ma con più idee, con più rifornitori e meno convertitori. Del resto nessuna Ferrari ha mai corso veloce senza qualcuno che le desse la benzina.