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Cagliari, è il momento più basso

L'analisi del match contro l'Inter

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Il problema è abituarsi. Perché sinché ne prendi quattro e ti sembra di aver pescato il cigno nero va tutto bene, ma il problema è quando l'evento si ripete; sempre uguale a sé stesso, ma soprattutto, con una preoccupante prevedibilità. Ormai è routine: il Cagliari va a San Siro, sponda nerazzurra o rossonera (cambia pochissimo, tendenzialmente nulla) non gioca e prende pallonate. Va al San Paolo, non gioca e prende altre pallonate. E, per quanto sia dura ammetterlo, martedì prossimo andrà all'Allianz Stadium, non giocherà, e pure la Juve più brutta del decennio passeggerà sui rossoblù. Perché è una costante, ed è una costante perché gli ingranaggi di questa squadra son da buttare da anni ed invece ogni estate si preferisce ungerli con olio fritto e riciclato.

Quella di ieri, mi sbilancio, è stata una delle figure più imbarazzanti dell'intera storia del Cagliari. Non so quante altre volte ricapiterà che una squadra perda 4-0 con una delle prestazioni più individualmente dominanti del proprio portiere. Alessio Cragno è stato per settimane il parafulmine di una squadra inesistente, che si aggrappava ai gol di Joao Pedro per avere un senso logico e si mascherava dietro alle sue incertezze tra i pali. Ieri è stato l'oppio per nascondere una sconfitta leggendaria, con l'Inter che – verosimilmente – ne avrebbe fatti otto senza colpo ferire se non avesse trovato di fronte un mostro coi guantoni.

Il Cagliari deve resettare, una volta per tutte. Ma quando, a scuola, si commetteva un errore, si scarabocchiava con la penna e si sovrapponeva la correzione allo sbaglio. In caso di nuovo errore, si ripeteva l'operazione. Arrivava un momento, però, in cui gli scarabocchi prevalevano sullo scritto, tanto da non riuscire più a distinguere le due componenti. L'insegnante non capiva più un accidenti e chiedeva di sbarrare tutto e ripartire da zero. Questa è l'unica opzione possibile per i rossoblù: basta correzioni, basta pasticci sovrapposti, toppe, asterischi. Si può solo sbarrare e ripartire da qualcosa di diverso e di nuovo.

Altrimenti il cambio di classe sarà inevitabile.

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