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Salvi il Cagliari chi può

L'analisi del match contro il Bologna

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Non era il giorno dei morti ma poco ci mancava. Un Cagliari oggettivamente modesto crolla a Bologna e segna un netto passo indietro rispetto al guizzo dell'infrasettimanale, quando la Pavolettata aveva fatto pensare al cambio di marcia. L'inversione a U non c'è stata, e la sensazione che possa non arrivare mai inizia a prendere forma. Nel frattempo l'Hellas, “collega” di esoneri, continua a macinare punti e certezze: forse, per psicanalizzare i rossoblù, è necessario comprendere la banda Tudor. Pochi nomi altisonanti, nessuna vecchia gloria a caccia dell'altro sporco ultimo contratto. Tanti ragazzi a caccia della consacrazione: quella che Godin ha già abbondantemente avuto a Madrid, quella che Caceres ha ampiamente ottenuto a Torino, quella che Strootman si è preso nella Capitale.

Probabilmente attorno a questi concetti risiede il motivo dell'infinito tunnel in cui i sardi son precipitati dal gol di Caicedo in poi. L'organico del Cagliari ha pochissimi rivali in campionato: per carità, frase trita e ri-trita e tendente al nauseabondo, ma tant'è. Mazzarri non può essere un fesso, e tanto meno possono esserlo sia lui che Semplici.

Alla squadra manca il “fuoco dentro”, quelle due parole diventate una sorta di tormentone dal grande esodo di Marco Borriello, ma che forse tutti i torti non aveva. Era arrivato in Sardegna da pseudobollito, aveva segnato come nessun altro e aveva capito in tempo di essere arrivato al capolinea, di aver perso lo stimolo necessario, lo stesso che un anno prima lo aveva portato a spaccare le porte di mezza Italia pur di dimostrare di non essere un ex giocatore. Nel Cagliari attuale manca la voglia di dimostrare: non è un caso che Carboni giochi sempre e Bellanova sia regolarmente il migliore in campo. Loro bruciano, hanno qualcosa in cui credere. Gli altri arrancano, soffrono, qualcuno si fa buttare fuori nell'unico momento in cui non dovresti farti buttare fuori per nessuna ragione al mondo. Nessuno salta l'uomo perché non sbagliare è più importante che fare la cosa giusta. Si percepisce confusione, dubbio e spaesatezza. Non si salvi chi può. Salvi il Cagliari chi può.

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