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Il primo Cagliari dell'anno

L'analisi del match contro la Roma

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Mazzarri non trova i tre punti ma forse – come mai era successo quest'anno – trova il Cagliari. Se non è la miglior versione dei rossoblù poco ci manca, ma in ogni caso se sorge il dubbio che una sconfitta sia il top di gamma, qualcosa non quadra.

I sardi son scesi in campo con la formazione più infrasettimanale possibile, con mezza squadra ai box e l'altra metà a dover riscattare un ultimo posto contro la Roma.

Alla fine dei giochi il Cagliari è uscito dall'Unipol Domus col minimo risultato e il massimo sforzo: ha giocato una partita giusta, perché giusta è l'unico aggettivo possibile, ma non è bastato. Se non altro ha riscoperto il piacere di giocare col centravanti, un gusto che pensava di aver dimenticato ma che continua ad avere una corposità ed un senso di pienezza introvabile nell'attacco falsonueveggiante. Quando i rossoblù son andati in affanno, e quest'anno è già successo e continuerà a succedere, hanno semplicemente alzato il pallone. Hanno trovato un riferimento.

Forse è proprio da questo che il Cagliari dovrà ripartire. Dalla ricerca di riferimenti, in campo e nella testa. La prima boa è la classifica, da muovere il più in fretta possibile nonostante un calendario che deve ancora iniziare a pestare duro. Poi bisognerà trovare i punti cardine all'interno del campo, quelle filastrocche da imparare a memoria che non si possono evitare. Bisognerà recuperare un undici e tanta chiarezza sugli interpreti.

Bisognerà recuperare anche Alessio Cragno, finora l'ombra del giocatore che è stato nelle scorse stagioni, senza autentici acuti in campionato e anche ieri sera assolutamente perfettibile. Il portiere rossoblù deve scrollarsi di dosso la delusione europea, ripartire e riconvincere.

Un po' la stessa parabola che dovrà percorrere il Cagliari, una squadra che contro la Roma potrebbe finalmente essersi capita. Poi tra il capirsi e l'essere c'è di mezzo il mare, ma i sardi son da sempre abituati a superarlo.

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