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Cagliari, diventa chi sei

L'analisi del match contro l'Atalanta

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A credere ancora nella Coppa Italia son rimasti in pochi. Molti pensano che la finale manco esista, che sia solo la favola raccontata per far addormentare i bambini. Un po' come Peter Pan. Ma la finestra aperta, con vista sull'Europa League, qualcuno l'ha lasciata davvero perché in fondo crederci costa poco. Eppure, anche per quest'anno, il veliero d'oro non volerà.

Il primo tempo è stato quasi accademia, con l'Atalanta che ha illustrato al Cagliari l'artiglieria a disposizione, quasi a spiegare quanto tempo e quante idee siano trascorse da quando una Dea Provinciale spedì Zemanlandia in B con la chilena di Pinilla. 

Poi Sottil si è messo in proprio, ha segnato ma il pareggio è durato quanto la sua consistenza, poco e nulla. Ora qualcuno potrebbe anche aprire un dibattito sul perché i vantaggi (o i pareggi) del Cagliari durino così poco, ma la risposta credo sia presto data: son casuali, episodici, quasi non voluti o perlomeno non cercati. Se Sottil fa una figata e si mangia trenta metri di campo sicuramente finisce negli highlights della settimana, ma non aggiunge nulla alle consapevolezze e alla valutazione sulla squadra. E lo stesso discorso vale quando un pallone sbatte addosso a Joao Pedro, quando lo stesso 10 calcia il rigorino o quando Lykogiannis azzecca la sventola da venticinque metri. Il Cagliari non merita di vincere perché non merita di segnare, e non merita di segnare perché il suo biglietto da visita è indefinito, sfumato.

Chi è Gabriele Zappa? È il laterale clamoroso delle primissime giornate o il normalissimo mestierante delle ultime uscite? Walukiewicz è il talento che piace in Premier o lo zimbello di Marco Sau? Simeone è un giocatore da Atletico Madrid? Pavoletti è quello di due anni fa? Marin è il play che l'Ajax voleva trasformare nel nuovo De Jong o è solo un Crisetig (versione Zeman, si intenda) col nome esotico? È chiaro che ad oggi le risposte sono quelle che sono ma i venti, al pari degli eventi, sono spesso in grado di portarsi via parole, abitudini e certezze.

Qualcuno, ne sono sicuro, continuerà a tenere la finestra aperta in attesa che torni Peter Pan. Che a volte è la Coppa Italia, a volte è un ragazzo che vola, altre è Nainggolan, altre ancora son semplicemente tre punti contro il Milan.

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