E adesso, finalmente, il Cagliari può respirare. Può sporgersi un po' oltre il muro, alzare lo sguardo e guardare il panorama.
La salvezza era stata razionalmente archiviata tre partite fa, quando i rossoblù avevano messo mani e piedi su quota quaranta: ora c'è anche il supporto della matematica. Sulla carta c'erano tutti i presupposti per una chiusura di stagione da autolesionismo. Il Genoa aveva una partita da (quasi) all-in, con l'Udinese che aveva portato a casa la pagnotta nell'anticipo delle 15 e l'Empoli in scia alle spalle.
A ciò si aggiungeva la pericolosità della sfida dal punto di vista tattico, col Genoa pronto a schierarsi col 3-5-2, modulo contro cui i sardi son sempre andati in grosso affanno nel corso della stagione. Nel rombo di Maran non è semplice per gli interpreti, infatti, raggiungere i quinti del centrocampo avversario: il tecnico è corso bene ai ripari, reinventando la squadra con una versione inedita, mettendosi a specchio. Così facendo ha spostato la sfida sul piano dei duelli individuali, con la sfida tra generali da una parte (Srna vs Criscito) e quella tra giovani in rampa di lancio dall'altra (Pellegrini vs Pedro Pereira). La scelta si è rivelata concettualmente corretta, perché il Cagliari faceva tanta densità e per il grifone non era semplice costruire dal basso.
Poi la salvezza la si conquista facendo gol, c'è poco da fare, e il Cagliari ha chi i gol li sa fare: forse è giusto che quello decisivo sia arrivato dalla sua firma. Anche col "suo" Genoa, anche in trasferta, anche col piede, la P di Pavoletti marchia la gara come la Z di Zorro. Ci aveva abituato ai gol di testa, avvitandosi, scalando l'aria, in terzo tempo, ieri sera l'ha fatto nuovo di zecca: stop di petto a seguire e fucilata di destro, una mezza risposta per chi lo ha sempre etichettato come un esclusivista dei colpi di testa.
Dicevamo dei gol, certo, ma varrebbero davvero poco se dall'altra parte non ci fosse un signore pronto ad evitarlo: Alessio Cragno si è ripreso la scena un'altra volta, consacrandosi come il portiere rivelazione di questo campionato. Basti pensare che nessuno, in Serie A, ha parato così tanto. Ci son stati tanti protagonisti in questa salvezza, dallo stesso Pavoletti a Barella, passando per Pisacane, Ceppitelli e Pellegrini. Eppure, se dovessi individuare l'uomo copertina, non esiterei ad indicare Cragno: difficile davvero ricordare una sua partita sotto il 7 in pagella, impossibile trovare un suo passaggio a vuoto, tostissima individuare un match in cui non sia risultato decisivo. Un mostro di costanza che ha segnato a fuoco la stagione del Cagliari.
Ieri il campionato ha espresso il suo verdetto definitivo, che vedrà i rossoblù ancora in Serie A, ma dall'anno prossimo ci sarà da programmare. Il Cagliari si appresta ad affrontare un'estate da sliding doors, una sessione tostissima in cui si dirà tantissimo sul futuro, le ambizioni e le idee di questo club.