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Santo Venerdì

L'analisi del match contro il Chievo

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Peccato ce ne siano solo cinquantadue. Perché in un ipotetico anno fatto di soli venerdì, oggi forse in Sardegna si sentirebbe la musichetta della Champions League: gli altri giorni della settimana si può discutere, ma nel quinto comandano i rossoblù.

Non inganni la sfida di ieri, che d un occhio poco attento sarebbe potuta risultare una missione più semplice di quanto in realtà fosse. I gialloblù giocavano e giocano con nulla da perdere, con uomini con poco interesse a lottare in un campionato ormai buttato alle ortiche - questo è vero - ma con grosse motivazioni a disputare buone partite per strappare un buon contratto per la prossima stagione. Si aggiunga anche la pesantissima assenza di Pavoletti, spesso e volentieri ago della bilancia di una squadra che, dove non arriva con le idee, arriva con la zuccata dello sceriffo delle vie aeree con la 30.

Qualche difficoltà in effetti, risultato a parte, la si è evidenziata, specie nella farraginosità con cui il Cagliari alzava il baricentro in assenza di Pavoloso. In soccorso della banda Maran è arrivato un killer instinct al limite del mortifero, con il Chievo brutalmente punito ad ogni occasione da gol. Dall'altra parte un ragazzo con la faccia pulita chiudeva la saracinesca non per ferie, frustrando ogni velleità di Meggiorini e del Chievo di confermarsi bestie nere dei rossoblù. Il 3-0 finale è un risultato in fin dei conti sin troppo benevolo, ma a caval donato non si guarda in bocca.

Spicca tuttavia l'assenza dal campo di uno dei presunti salvatori della patria all'indomani delle cessioni di Sau e Faria: Cyril Thereau. Il francese passeggia in campo e non è mai nel vivo del gioco: aumentano i dubbi sulla bontà di un investimento che preveda un prestito secco per un quasi trentaseienne, palesemente a fine corsa e con motivazioni fortemente tendenti allo zero.

A proposito di uomini a fine corsa, sarà difficile recuperare Srna, ormai dimenticato a suon di cross di Cacciatore: al momento l'ex Chievo sembra nettamente più affidabile e il passaggio di testimone potrebbe esser arrivato in via definitiva.

Non è nemmeno un caso che il Cagliari abbia sollevato il livello medio delle prestazioni in questo periodo: ad esser cresciuto nettamente è Nicolò Barella, vero è proprio Mangiafuoco muovi-fili di questa squadra. Quando la sua pagella tocca il 7, il Cagliari fa risultato, e questo è un teorema. 

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