Seconda stella a destra, poi dritto sino al mattino. Crotone-Cagliari, la partita che non c'è e non c'è mai stata. Davvero difficile, se non impossibile, articolare un'analisi dettagliata su una sfida che si è giocata più nel rettangolo dello schermo del VAR che su quello verde di gioco.
L'episodio chiave è il rosso sventolato a Pisacane, che ha costretto i rossoblù a disputare un'oretta di gioco in inferiorità numerica. L'intervento è scomposto, la gamba è altissima e il fatto che fosse in anticipo c'entra poco e nulla. Eppure l'espulsione è davvero esagerata, il giallo sarebbe stato più che sufficiente. Da quel momento la partita smette di avere un senso compiuto, perché il Crotone (già in vantaggio) può controllare con l'uomo in più, con l'inerzia della gara che si muove decisamente verso la Calabria.
Alla fine del primo tempo però, praticamente a tempo scaduto, i sardi si guadagnano un calcio di punizione in zona pericolosissima. Una freccia, una preda. Cigarini si veste da Robin Hood e la mette alle spalle di Cordaz. Il cinismo dei sardi paga, perché da quel momento in poi il monologo degli squali si scontra con le orecchie tappate del Cagliari, che fa muro anche in dieci. Non riparte, certo, ma sarebbe anche difficile pretenderlo con il solo Farias condannato all'isolamento là davanti. La resistenza a denti stretti dei sardi regge sino alla fine o quasi, sino a quando Ceccherini non dice game over.
Solo che la cassazione chiamata VAR, a braccetto con Tagliavento, ribaltano la situazione, annullando il vantaggio in extremis del Crotone per un fuorigioco passivo che lascia qualche dubbio, nella più classica delle (sbagliate) compensazioni. Resta l'amaro per una partita difficile da decifrare, condizionata in modo eccessivo dalla giornata storta del direttore di gara. Ciò che rimane aldilà di tutto è l'ennesima prova di carattere dei sardi, con un coltello che resta tra i denti anche nei blackout.
È questa la seconda differenza più corposa tra il Cagliari dell'anno scorso e quello attuale. Qual è la prima? I sette punti in più dei sardi a questo punto, che si trovavano tredicesimi a quattordici punti dalla zona retrocessione. Piccole, significative, spaventose differenze.

