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E la storia riprende…

L’ennesimo scossone in casa rossoblù. Come se già non ce ne siano stati abbastanza

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Destini che si incrociano, destini che si uniscono, e storie che vengono riprese da dove erano state interrotte. Diego Lopez e Ivo Pulga sono i protagonisti del bestseller rossoblù. Insieme dall’ottobre 2012, separati a febbraio, e ora giunti al momento di una dolorosa staffetta.

Scrivere una storia non è mai semplice, riscriverla ancora più difficile. Se, poi, l’autore è Massimo Cellino, il finale non lo si può nemmeno immaginare.

L’autista di due macchine dal motore differente, una, la 500, che viaggia con poca stabilità sulle strade della provincia di Cagliari, l’altra una Ferrari, che però, lungo le strade dello Yorkshire perde settimana dopo settimana qualche pezzo, ha cercato per l’ennesima volta di dimostrare che, forse, tiene ancora al destino della compagine sarda.

Via Lopez, stavolta, ritorna Pulga. La sconfitta contro la Roma, per la verità non la peggiore dal punto di vista tecnico (si affrontava la seconda forza del campionato, e francamente non vi è stata mai partita), è costata la panchina al tecnico uruguagio. Bisogna dirlo, la squadra di chiara impostazione “giampaoliana” non giocava un calcio frizzante, e la vittoria per una rete a zero contro il Verona era stata solamente una piacevole, ma isolata, sorpresa.

C’è da dormire sonni tranquilli? Crediamo proprio di no. Nonostante i 7 punti di vantaggio dalla terzultima (il Livorno, impegnato nella serata di oggi in casa della Juventus), la salvezza non è ancora cosa fatta. E il Sassuolo, sabato prossimo, rappresenterà un vero e proprio crocevia della stagione. Per la cronaca, i neroverdi hanno violato il terreno di gioco dell’Atalanta con il punteggio di 0-2, e affronteranno i rossoblù più agguerriti che mai.

Pulga, dunque, sarà chiamato a lavorare soprattutto dal punto di vista psicologico, al fine di rimettere in sesto una squadra che sta, col trascorrere delle settimane, perdendo la bussola.

Si ricomincia, da dove ci si era fermati, perché la storia di questa bizzarra Serie A, con uno “pseudostadio“, un presidente sul piede di partenza, e dei giocatori a cui sono rimasti soltanto i tifosi come unico motivo per giocare, non può non terminare con un finale degno del migliore dei romanzi.

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