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Cadere sul morbido, la testa è già al Benevento: Cagliari, chi ha più fame vince

L'analisi del match contro la Lazio

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Cadere sul morbido. Perché la caduta era quasi scontata, e dunque là sotto erano già pronti tendoni e materassi per accogliere il Cagliari in un comodo atterraggio. Gli occhi, la mente, il dito erano rivolti al Benevento, e se qualcuno ha pensato di poter fermare questa Lazio è solo perché ha confuso oggetto indicato con oggetto indicante. Troppo Inzaghi per questo Lopez, troppi meccanismi consolidati per un giocattolo ancora tutto da costruire. A ciò aggiungiamo un Immobile da arresto in isolamento (proiezione da oltre cinquanta gol) ed ecco che i biancocelesti diventano davvero ingiocabili.

Ora, il passivo è pesante, ma nonostante tutto è già possibile trarre qualche fattore positivo da questo primo warming lap del Jefe.

Tanto per cominciare il tecnico uruguayano ha capito che i tempi erano maturi per passare ad una difesa a tre: l'ha lanciata subito, all'esordio, dimostrando personalità e una gran voglia di dare una decisa sterzata. Basta finti terzini e centrali lasciati a dover fronteggiare un uno contro uno dopo l'altro, basta esperimenti e pozioni pazze: tre dietro, raddoppi, e Padoin finalmente galvanizzato in ruolo più "suo".

Punto due: Il Cagliari ha reagito. Per due volte i sardi hanno battuto Strakosha, ma in entrambe le occasioni non ha tardato ad arrivare la sbandierata fermatutto del guardalinee. In ogni caso ciò palesa una certa disinvoltura a cercare (e trovare) la porta, una dote che sembrava smarrita nelle ultime settimane.

Qualche responsabilità sul risultato poi, duole dirlo, la ha anche il giovane Luca Crosta, chiamato a sostituire Cragno e Rafael, sfortunatamente infortunatisi contemporaneamente. Il baby portiere, dopo l'esordio fantascientifico della passata stagione, ieri non ne ha azzeccata proprio una, combinando un pasticcio nell'azione del rigore e facendo di peggio durante la gara. Purtroppo pesano i suoi errori sul 3-0, ma ciò non vuol dire che il ragazzo debba essere stroncato o bocciato. Un portiere ha bisogno di consapevolezza e serenità, gli si dia ancora fiducia e non deluderà: la storia di Cragno, etichettato come scarso e tornato da salvatore della patria, insegna.

Ora subito infrasettimanale, il Cagliari non può sbagliare, esattamente come il Benevento. Chi ha più fame vince.

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