In campo è un bomber spietato, come testimoniano i 17 gol realizzati sino ad oggi in campionato e che gli valgono fino a questo momento il primato in cima alla classifica dei marcatori della serie cadetta. Fuori, Matteo è un bravo ragazzo, con un cuore grande, che batte forte per la Sardegna. Non ha mai nascosto il suo essere “sardo doc” e non lo fa neanche nell’intervista rilasciata a Tuttosport, con parole nostalgiche e di amore verso la sua isola. Infatti, in risposta alla domanda sul perché sia esploso così tardi,all’età di 29 anni, lui risponde:
“29 anni? Sono veramente tanti, una sorpresa anche quando ci speri. È qualcosa di grande grazie all’aiuto di tutti. Il perché di questo ritardo? Per due motivi. Primo, dipende a quale età si matura: a me è capitato tardi. Secondo, ho lasciato la Sardegna solo a 25 anni. Da noi è difficile avere visibilità, solo Torres e Cagliari sono club professionisti. In più alle richieste non ho mai dato peso: noi sardi ci adagiamo molto sugli affetti, sulla terra. In Sardegna c’è qualcosa di magico, non vuoi andare più via. È il nostro stile di vita, tranquilli, rilassati, sempre con il sorriso sulle labbra. E poi siamo circondati dal mare, con sei mesi di sole”.
Chiude raccontando la sua carriera, dalla Johannes al Trapani e con altre parole d'amore per la Sardegna che comunque, grazie a frequenti voli aerei, riesce a raggiungere spesso:
“Ero nelle giovanili della Johannes, in Seconda categoria. Ho fatto diversi provini per il Cagliari ma non mi hanno preso. Fa niente. Sono passato dagli Allievi alla prima squadra dell’Atletico Elmas. La Sardegna? Sempre nel cuore, mancano amici e famiglia. Ma c’è un volo Trapani-Cagliari tre volte alla settimana, in mezz’ora sono lì”.
Chissà, magari un giorno non dovrà neanche aspettare l’aereo per vedere il mare sardo…