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Nenè ringrazia: “In Sardegna venni accolto come un figlio, ho rispetto e “carisma” per i sardi"

Le parole dell’ex attaccante rossoblù ai microfoni di Tuttosport

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Nenè ritorna a Cagliari da avversario. Gara speciale, quella di sabato al Sant'Elia per il brasiliano bomber dello Spezia. 124 le presenze con la maglia dei 4 mori, 23 i gol messi a segno di cui uno rimasto impresso indelebilmente nella memoria del popolo rossoblù. La sua bomba da posizione impossibile sulla quale nulla poté fare Buffon, con palla a "spaccare" l'incrocio dei pali contro la Juvents resta davvero un gol memorabile.

“Se segno non esulto, parto da qui. Ho troppo rispetto e “carisma” per quella gente. Mi hanno accolto al mio arrivo in Italia come si accoglie un figlio”, racconta l’attaccante dello Spezia ai microfoni di Tuttosport.

E poi aggiunge:

“Sono e sarò sempre rispettoso di loro e del loro calcio. Il mio mestiere è e sarà sempre segnare se lo farò anche a Cagliari, ben per lo Spezia. Siamo un’ottima squadra e lo dimostreremo anche su quel campo. Non si può però cancellare il passato e Cellino, un presidente che per me è stato quasi un secondo padre”.

Il suo arrivo in Sardegna:

“Arrivai dal Portogallo in Italia con tante speranze. Quando seppi di Cagliari andai subito a cercare notizie, mi convinse soprattutto il fatto che era una città di mare, tranquilla. Poi al campo ho trovato gente che ha cercato di farmi essere subito uno di loro”.

Massimiliano Allegri:

“Mi prese da parte da subito e mi disse chiaro che, se volevo diventare qualcuno in Italia, dovevo imparare la lingua in fretta, non c'erano altre vie. Ed io non conoscevo un solo verbo. Lì giocava Jeda ed un fisioterapista che aveva sposato una brasiliana; mi aiutarono parecchio. Devo ringraziare Allegri, quella fu la chiave dei miei anni migliori”.

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