É diventanto capitano del Cagliari per necessità ma lui, Marco Storari, non ha comunque bisogno di una fascia sul braccio (dedicata, comunque, a chi quel titolo era stato destinato ad inizio stagione) per far sentire il suo peso nello spogliatoio. Ieri è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport e vi riportiamo alcune delle sue dichiarazioni, eccole:
Il suo pensiero sulla serie B:
"Ci danno in A, ma sappiamo di dover lavorare e soffrire tanto; è vero, se giri a 46 punti, quasi sempre vinci il campionato, ma guai a fidarci: la B riserva sempre sorprese".
Giocare fino a 44 anni per battere il record di Ballotta. La sua opinione:
"Non penso a questo, ma ad allenarmi seriamente. Ho detto che avrei giocato fino a 40 anni, ma non voglio fare figuracce. Vorrei avere l'entusiasmo che ho ancora in campo, giorno dopo giorno".
Sulle rivali per la promozione in A:
"Cesena e Bari sono costruite per risalire, ma la classifica è corta. É sorprendente notare il cammino di Novara, Crotone e Brescia. Inoltre, mi piace anche il Pescara: da anni è ad alti livelli".
Sui gol incassati nella prima parte di stagione:
"Di quei 18 gol non sono contento, ne abbiamo preso qualcuno da stupidi e, su palla inattiva, penso a Lanciano, Livorno e Bari, ne ho presi tre sul mio palo. Mi ritengo esperto, freddo e attento, ma avrei potuto fare meglio. Forse, ho pagato per la troppa generosità. Ma segniamo tanto e possiamo solo migliorare".
Sulla fascia da capitano ereditata da Dessena:
"È un onore e un dispiacere averla: Dessena aveva e ha le credenziali e i meriti giusti. So di avere credibilità con compagni e arbitri, ma preferisco correre in campo per abbracciare chi ha segnato e non per discutere le decisioni arbitrali. Però, sono stato capitano anche di Messina e Juve, quindi non mi pesa".
Sul rapporto con la Juve:
"Agnelli è contento per la nostra stagione e per le mie prestazioni. E ammira la squadra costruita dal presidente Giulini".
