Il Cagliari continua a macinare chilometri verso la Serie A. La stessa Serie A che conquistò nel campionato 1978/1979, in rossoblù, Roberto Corti. L'ex estremo difensore, che in sei anni (dal 1976 al 1982) collezionò 153 gettoni a difesa della porta dei sardi e che trascinò con le sue parate insieme al trio della meraviglie Brugnera-Gattelli-Piras la formazione di Mario Tiddia nel massimo campionato, ha rilasciato un'intervista, in esclusiva, al nostro Quotidiano.
Un'altra rotonda vittoria per il Cagliari contro l'Ascoli. Il suo commento sulla sfida di lunedì?
“Ho visto la partita e devo dire che il Cagliari tatticamente si muoveva molto bene costruendo delle giocate importanti, con giocatori di categoria superiore. L'Ascoli mi è sembrata una squadra rassegnata, anche se mancavano diversi giocatori titolari”.
Lei ha vinto un campionato cadetto con Cagliari e Ascoli: i tempi sono cambiati, ma il suo consiglio per portare a casa la promozione qual è?
“Il mio consiglio è quello di continuare a giocare senza sottovalutare nessuna squadra, perché un calo fisico è sempre dietro l'angolo. Il tempo ha dato ragione a mister Rastelli, un uomo d'esperienza calcistica importante in questa categoria, e dall'altra parte una società che ha messo a disposizione un organico competitivo in modo da poter sfruttare al meglio le loro potenzialità tecniche-tattiche”.
Il top player della squadra di Massimo Rastelli è certamente Marco Storari. Un suo parere?
“Marco è un portiere completo. Ha portato serenità all'ambiente ricoprendo un ruolo importante per una squadra che vuole vincere il campionato”.
Riavvolgendo il nastro, un ricordo sulla lunga esperienza al Cagliari?
“Per me sono stati sei anni meravigliosi. Ricordo con emozione l'ultima giornata di campionato per la promozione dalla Serie B alla Serie A con 60 mila spettatori al Sant'Elia: vincemmo per 3-0 contro la Sampdoria”.
Quale è stata la parata più importante che ha fatto tra i pali rossoblù?
“Mi ricordo bene quella contro il Torino, fu il mio esordio in Serie A nella stagione 1979/80. Mi trovai ad affrontare Pulici che si trovava solo davanti a me, gli tolsi la palla dai piedi conservando lo 0-0. Fu esordio felice!”.
Cosa le ha lasciato l'esperienza in Sardegna?
“Ho ricordi meravigliosi di questa terra fantastica, ricca di emozioni e tanta gente di cuore”.
Tornando al presente, dopo la stagione all'Hellas Verona come vice-allenatore, come prosegue la sua esperienza in panchina?
“Ho ripreso il mio ruolo naturale di preparatore dei portieri come consulente per delle squadre professionistiche”.