Albin Ekdal è sempre più al centro del nuovo progetto Cagliari. La sua crescita è esponenziale, sempre più amato dai tifosi, resterà nella storia del Cagliari la sua tripletta a San Siro contro l’inter. Intervistato da la Gazzetta dello Sport, lo svedese ha toccato diversi punti.
Le sue origini:
“Sono nato a Stoccolma, la adoro. Sono andato a scuola fino ai 18 anni, studiavo economia. Ma il calcio è la mia vita. Sono cresciuto nel Brommapoikarma. A 18 anni è arrivata la Juve. Mi videro due scout, anche con l’Under 18. Arrivai a Torino, era tutto strano, ma ero felice. Io con Del Piero e Nedved. Lavoro duro. Parlavo con Ariaudo che sapeva un po’ di inglese e legai con l’altro svedese Mellberg. Poi ho cominciato a girare. Sempre mezzala, ma giocavo, gli allenatori mi hanno dato fiducia”.
Dal 2011 in Sardegna:
“Qui la vita è meno stressante, sembra quasi di stare in vacanza. Voglio stare qui, se un giorno cambierò sarà per l’estero. Io e Camilla andiamo al mare, al ristorante. Ho imparato ad amare culurgiones e tonno. Lei studia all’Università on line, io guardo calcio e tv svedese, la vostra no”.
I tre gol a San Siro, mister Zeman:
“La cosa più bella che mi è successa in Italia. Zeman? Vuole che noi centrocampisti arriviamo al tiro, è un maestro. È il tecnico che mi sta dando di più. Mi ero prefisso l’obiettivo di segnare dei gol, con lui li faccio”.
La Nazionale:
“Possiamo arrivare all’Europeo. Veniamo tutti da campionati diversi, ogni 2 mesi ci troviamo, in gruppo si sta bene. Ibrahimovic? Fuori è super. In campo vuole la palla ed è esigente. Ma proprio per questo ti porta a dare il meglio di te. Vuole vincere troppo e pretende il massimo. Se sbagli te lo fa notare”.
Il calcio Italiano e lo stadio Sant’Elia:
“Discorso complesso. I big non vogliono più venire: stadi vecchi e si guadagna meno. 16 mila tifosi contro il Milan? Sono stupito dagli sforzi fatti dal club e dal risultato ottenuto. Un calciatore diventa più forte con i tifosi alle spalle, l’idea dei 16 mila mi carica. Se il Cagliari si salva? Sì”.

