Gaetano Oristanio è da poco un nuovo giocatore del Cagliari: il classe 2002 ha rilasciato la sua prima intervista ai microfoni del club rossoblu, in cui ha fatto il punto sulle sue prime sensazioni e sulla stagione che si aspetta.
Ecco le sue dichiarazioni:
"Ho visto la finale di Bari, qualcosa di molto emozionante anche da lontano. Ho vissuto in Olanda in questi due anni, ma non ho mai mancato di seguire quello che accadeva in patria.
Volevo nuovamente mettermi alla prova in Italia, arrivo da un Paese con cultura e modi di pensare totalmente differenti, come la filosofia Cruyff alla base di ogni Società : sono felice di avere vissuto questa esperienza al Volendam perché è un Club perfetto per maturare.
Ciò che conta è non mollare mai, ascoltare i consigli giusti, credo che il lavoro paghi sempre e il campo sia l'unico giudice.
Ho iniziato grazie a mio padre, gli devo tutto perché è stato anche mio allenatore quando ero bambino. A Roccadaspide, nel Cilento (provincia di Salerno), ho mosso i primi passi per muovermi poi in altre società del territorio fino ad arrivare all'Inter.
Sono un giocatore che ama puntare l'uomo e la porta, non ho punti di riferimento specifici a livello di individui del grande calcio, è importante saper fare le due fasi e quindi devo crescere sotto ogni punto di vista.
Posso giocare in diverse posizioni nella zona offensiva, non c'è solo il gol perché contano anche altre doti che puoi mettere a disposizione della squadra.
La presenza di un grande allenatore come Ranieri ha influito ovviamente sulla mia scelta di venire a Cagliari, è normale che incontrare un mister di questo profilo alletti un calciatore e lo spinga a mettersi a disposizione.
La Nazionale? Un sogno da inseguire giorno dopo giorno lavorando bene sul campo.
Non conoscevo nessuno come compagno di squadra, mentre avevo incrociato alcuni come avversari nel campionato Primavera, penso ai miei coetanei classe 2002 che oggi condividono con me lo spogliatoio.
Ho trovato un gruppo sano, forte, unito, che mi sta aiutando tanto a inserirmi. Adesso è il momento di mettere i carichi giusti e costruire il cammino che abbiamo davanti.
Quando ero piccolo amavo andare allo stadio da tifoso, lì si vive l'emozione vera e pura per il calcio, quindi non vedo l'ora di incontrare la nostra gente e in particolare i più giovani. Speriamo di toglierci delle soddisfazioni e gioire tutti insieme".