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Pavoletti: "Cagliari, la mia perfezione!"

"Qui ho capito il significato di sentirsi importante in un progetto"

La Redazione
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“Cagliari? Me ne avevano sempre parlato bene. Ma finché non ci vivi, non puoi comprendere perché. La gente, il luogo, la società, tutto va alla perfezione. Qui ho scoperto il significato di sentirsi importante per un progetto. Una condizione che fa migliorare come uomini e come professionisti“. Così Leonardo Pavoletti ai microfoni del Corriere dello Sport

Gol di testa

“Essere considerato il migliore in Europa da questo punto di vista mi fa sorridere un po’. Ma sarei felice se un giorno un bambino parlasse di un ‘gol alla Pavoletti’, come quelli ‘alla Del Piero’, per esempio. Perché le statistiche alla lunga vengono dimenticate“. Chiusura dedicata agli obiettivi di squadra e personali: “Arrivare a quota 50 punti e al decimo posto sarebbe bellissimo. Dal punto di vista personale, mi piacerebbe superare il mio record in A di 14 gol. Ma lo vivo con molta serenità e non come un’ossessione“.

Il figlio Giorgio

"Ci sta regalando solo le cose più belle dell’essere genitori, dorme tanto, piange pochissimo ed è una vera gioia“.

Decimo posto e 50 punti

"La cosa più importante era davvero arrivare quanto prima alla salvezza. Ora abbiamo la possibilità di divertirci ed arrivare a grandi traguardi. I cinquanta punti ed il decimo posto sono per noi uno stimolo ulteriore. Dobbiamo pensare a giocare bene e a fare più punti della Fiorentina, poi a fine anno tireremo le somme".

Nazionale a 30 anni

“Occorre stare molto attenti a gestire il fisico, dentro e fuori dal campo. Poi, si può chiedere a Quagliarella come fa ad essere ancora così forte alla sua età!“

Napoli

“Dopo quell’esperienza, avevo voglia di dimostrare che Pavoletti era ancora in grado di saper giocare a calcio. Sarei potuto rimanere lì, con un bel contratto e tante possibilità di strappare qualche presenza in Champions League.”

Cagliari, la gista scelta: Giulini determinante

“Il presidente Giulini è stato molto bravo nel convincermi ed ha impiegato poco tempo nel farlo. Mi ha semplicemente detto: <<Noi ti vogliamo; vieni a giocare da noi e cerchiamo di divertirci insieme>>. A distanza di due anni, sono ancora convinto della mia scelta.”

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