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Silvestrone su Cellino, Fondo USA e il futuro dei rossoblù : venerdì la firma a Londra

Intervista dell’emissario romagnolo

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La conferenza stampa di sabato scorso di Luca Silvestrone ha lasciato dubbi e qualche incertezza solo in qualche giornalista e in qualche tifoso. Ci sta. La paura che tutto possa saltare è ovvia ma pare comunque una cosa improbabile però, si sa, con Massimo Cellino tutto è possibile.

In un’intervista rilasciata al collega Roberto Muretto, l’emissario del fondo statunitense ha risposto ad alcune domande e in risposta alla prima, riguardante proprio un eventuale passo indietro dell’attuale presidente rossoblù, il rappresentante degli americani si è detto sicuro che tutto andrà per il meglio e che a breve (venerdì) verrà firmato il pre contratto e versata la caparra stabilita (10 milioni) ma, comunque, “finché non c’è la firma sui contratti il presidente può sempre decidere di tenersi la società”.

La riservatezza regna anche intorno ai nomi degli investitori ma, come già ribadito nella conferenza di sabato scorso, c’è “un patto stretto tra chi vende e chi compra” che verrà meno dopo la firma e, solo allora, si sapranno i nomi e le intenzioni. D’altronde, è una prassi molto comune nel mondo degli affari stipulare dei patti di riservatezza, soprattutto quando non si tratta di compratori singoli ma di “cordate”.

Nelle scorse settimane si è spesso parlato di un’eventuale fase di transizione, la ormai famosa coogestione, e Silvestrone spiega che il fondo non è composto da persone esperte di calcio e, dato che Cellino si è sempre avvalso della collaborazione di persone capaci non c’è motivo, per ora, di distruggere una struttura che funziona. Inoltre “non siamo esperti nemmeno di calciomercato e in questo mondo si fa presto a buttare i soldi facendo scelte sbagliate”, per questo motivo ci sarebbe la volontà di operare con gradualità, ascoltando i consigli di chi è più esperto (da qui anche i dubbi su alcuni giocatori, come Cossu).

In molti hanno manifestato il dubbio che il “Fondo” fosse solo un depistaggio operato da Cellino, che notoriamente non è amato dagli ambienti burocratici e politici sardi, per fare in modo di ottenere la concessione per la riapertura dell’attuale Sant’Elia e l’ok per la costruzione del nuovo stadio, e poi tornare a capo della società. L’emissario romagnolo ribadisce che non si sarebbe mai prestato a un gioco del genere, figurarsi se “un archistar come Dan Meis verrebbe in Sardegna a prendere in giro i tifosi” e conclude che, una volta conosciuti i nomi degli investitori, in molti cambieranno idea.

Per quanto riguarda l’apertura dello stadio a sedicimila posti e il ritardo nella decisione della Commissione provinciale di vigilanza, Silvestrone attribuisce il tutto a un errore nel progetto a cui ha rimediato il Comune con la creazione di ulteriori cinquecento posti che permetteranno al Sant’Elia di arrivare al numero di sedili richiesti per ottenere il nulla osta della Cpv (arrivato stamani) e comunicare la sede di gioco definitiva per la stagione 2014-2015 alla Lega. "Quest’anno non ci saranno esili."
Infine, il nuovo stadio. Il progetto di Dan Meis ha incontrato il favore del sindaco Massimo Zedda che però ha ribadito che è necessario sapere chi sarà a capo della società perché la legge prevede che il Comune sappia nello specifico con chi dovrà collaborare. Quindi il futuro della società e la costruzione del nuovo stadio sono legati a doppio filo.

Non ci resta che aspettare.

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