In un'intervista esclusiva a Youtg.net, l'ex patron del Cagliari, Massimo Cellino, si racconta.
Ecco le sue dichiarazioni:
"Pensavo di smettere di fare calcio e di occuparmi dei miei figli, ma alla fine ci ho ripensato. Il Brescia? Nella mia vita ha rappresentato cose positive, era del mio amico Gino Corioni, scomparso tempo fa e a cui ho voluto molto bene. Nell’anno della UEFA con il Cagliari, il Brescia batté la Sampdoria per 2-1 e ci qualificammo. A me piace fare le cose con determinazione e passione. Per me il calcio è oramai è una missione e una professione, è un lavoro serio e penso che il Brescia possa essere un’azienda all’altezza.
Ho preso il Cagliari nel 1992 perché era la squadra della mia città . Con i miei fratelli non siamo andati d’accordo e allora decidemmo di intraprendere strade diverse e ho così comprato la società da solo. Ho avuto successi economici e sportivi con il Cagliari, facendo semplicemente l’imprenditore. Brescia è una provincia di imprenditori seri, è un bell’ambiente: è come una miniera dalla quale estrarre dei diamanti.
Per fare calcio bisogna fare lo stadio e poi i calciatori, in Italia invece la si pensa all’inverso. Attualmente a Brescia c’è un immondezzaio. Non parliamo del Cagliari, perché fa parte del mio triste passato. Se il Brescia vuole lo stadio, io glielo faccio senza problemi e senza chiedere i soldi a regione o banche. Non ho mai ricevuto soldi che non fossero i miei per questi progetti in passato. Io voglio essere il produttore della mia azienda, mentre l’allenatore è il regista: ognuno deve rispettare il proprio ruolo.
A Cagliari ci furono 4 anni di B con Renzo Ulivieri che rimase in panchina: è stato l’errore che non commetterei più. Gilardino al Brescia? Ma adesso fa il paracadutista adesso (ride)? Bisogna ricostruire il Brescia, poi tanto meglio se riuscissimo salire in Serie A. Boscaglia e Castagnini? Faccio tutto io, escluso i biglietti. A Cagliari con la mia gestione la permanenza dei calciatori ha avuto la media di 7 anni.
Il closing col Brescia? Io non leggo le cifre che si dicono, ai tifosi non gliene frega niente: sono due anni che tratto il Brescia, ho aspettato già dopo la morte di Corioni e ho altresì parlato con Marco Bonometti. Il giornalismo deve criticare i faccendieri che si fanno con soldi fasulli e difendere le persone per bene. Sono l’uomo più ricco del mondo: di soldi ne ho pochi ma vengono dalle mie tasche. Il Brescia ha grosse potenzialità e penso di tirargliele fuori.
L’Atalanta? Percassi è un ottimo presidente e lo stimo tantissimo, mi dia tempo due anni che ci rivediamo in Serie A (ride). Lo stadio provvisorio? È 100 % come Is Arenas. Sarò sempre grato al Cagliari, la mia squadra. Cagliari-Piacenza? Qualche controllo antidoping andava fatto. L’arbitro era Braschi, che ci diede due rigori contro. La rivalità con il Napoli nacque con l’aggressione degli ultras campani ai pullman pubblici con i tifosi cagliaritani inviati da un grande come Mariano Delogu.
Cagliari mi manca tanto: hanno preso uno nuovo come Andrea Cossu. Cagliari con Juventus e Milan nelle prime giornate di campionato? Meglio incontrarle prima piuttosto che alla fine. Io con i soldi delle vendite dei calciatori, ne prendevo altri: oggi invece non mi pare al Cagliari sia così. Con Matteoli avevamo adottato per una sua battaglia per un Cagliari totalmente sardo. Ho 61 anni e non cambierò mai e non investirò mai più per il Cagliari".

