Silvestri: 6. Mezzo voto in meno per il rigore causato e la conseguente espulsione, anche se in compartecipazione con Astori. Nel primo tempo, però, salva il risultato in più di una circostanza: compie la migliore parata sul tiro di Dzemaili, il cui pallone viene deviato sulla traversa. Conferma di avere tutte le carte in regola per diventare un pilastro su cui costruire il Cagliari del futuro.
Pisano: 5.5. Senza infamia e senza lode. Evita il vantaggio del Napoli nella prima frazione con un salvataggio di testa sulla linea, ma viene poi risucchiato nella debacle difensiva (Dal 74’ Perico: 6. Pochi minuti a disposizione, ma effettua anche lui una provvidenziale deviazione sulla riga di porta, negando il gol del poker a Zapata).
Rossettini: 5.5. Non riesce a contenere lo straripante Pandev, oltre agli inserimenti dei centrocampisti partenopei. Ammonito, salterà l’ultima gara casalinga contro il Chievo.
Astori: 4.5. Un disastro. Partecipa al rigore dell’1-0, sgambettando Pandev (l’arbitro ammonirà però Conti) e concede a Callejon, con un goffo intervento, la palla che verrà servita a Pandev per siglare la seconda rete. Per non farsi mancare nulla, si lascia superare dal macedone come fosse un birillo e costringe Silvestri al fallo da ultimo uomo, lasciando la squadra in dieci.
Murru: 5.5. Costantemente saltato dai partenopei, e talvolta in ritardo sulle diagonali. Tuttavia, uno dei due tiri in porta dei sardi è suo.
Dessena: 6. Si danna l’anima ma a centrocampo è l’unico motorino a correre, spesso a vuoto. Più volte gli capita di essere l’unica punta di riferimento: c’è da porsi qualche domanda. Unico neo, il giallo che costerà anche a lui la squalifica.
Conti: 5. Quando il capitano arriva a sbagliare facili aperture e passaggi elementari, si comprende che la giornata non arriderà alle sorti del Cagliari. Spreca la chance di giocare l’ultima gara in quel rudere del Sant’Elia, venendo ammonito in occasione del primo rigore napoletano.
Eriksson: 5.5. Pressa a più non posso, e si fa notare per qualche ripartenza positiva. Tutto ciò non basta: i padroni di casa hanno decisamente un altro passo.
Ibraimi: 4.5. Sconcertante. L’unico piede che sa utilizzare, e pure senza incredibili risultati, è il sinistro. Ma questa non è una novità . Poco prima di venire meritatamente sostituito da Cossu, deve uscire invece per lasciare posto ad Avramov (Dal 55’ Avramov: 6. Entra a freddo, causa l’espulsione di Silvestri, e ipnotizza Hamsik che calcia sulla traversa il secondo penalty azzurro. Evita, dopo il 3-0 sul quale nulla può fare, che il passivo possa essere ancora più largo).
Sau: 5.5. Tanto movimento ma non viene quasi mai servito dai compagni. È sua la seconda conclusione in porta dei rossoblù, facilmente neutralizzata da Colombo, entrato per sostituire Reina (Dal 63’ Avelar: sv. Qualche minuto come attaccante aggiunto, ma solo per far scorrere il tempo).
Ibarbo: 6.5. L’unico capace di creare grattacapi agli uomini di Benitez. Onnipresente, è costretto ad abbassarsi fino a metà campo per prendere qualche pallone giocabile.
Chi sale
Ibarbo è incontenibile, e se il resto della squadra l’avesse seguito, forse la figuraccia sarebbe stata quantomeno contenuta. Dimostra di viaggiare a un passo nettamente diverso dai compagni, e di meritare, è giusto sottolinearlo, palcoscenici più importanti.
Chi scende
Daniele Conti perde l’occasione di giocare l’ultima gara di campionato (si spera non l’ultima con la maglia rossoblù) al Sant’Elia, complice l’ennesimo giallo della stagione. Astori dimostra di avere la testa già in Brasile: ma occorre stare attenti, perché con queste prestazioni un biglietto per il Mondiale non lo si conquista.

