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Rastelli: "Barella è un campione, Immobile meglio di Pavoletti"

"Cagliari? Dispiaciuto per come è andata a finire"

La Redazione
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L'ex allenatore del Cagliari, Massimo Rastelli, ha parlato in esclusiva a Tuttomercatoweb.com.

Ecco le parti più importanti delle sue dichiarazioni:

"Barella è un campione. Io non ho dubbi, ha dimostrato tanta qualità, personalità, carattere. Quando a quell'età hai queste caratteristiche vuol dire che hai le stimmate del campione. Sarà un protagonista del nostro calcio.

Se Barella vale 50 milioni? Non sta a me dare valutazioni, ma racconto un aneddoto: quando lui tornava dalle trasferte in Nazionale, in Under 17, 18, 19, 20, 21, le ha fatte tutte, ecco, tornava e, nonostante avesse giocato due gare ravvicinate da 90 minuti, riusciva a sopportare un allenamento intero con i compagni. Dovevo proteggerlo facendogli fare defaticante, per riposarlo.

La capacità di Nicolò di sopportare un allenamento intero dopo 2 incontri ravvicinati? Sì, ma c'entra la volontà. Vuole essere subito sul pezzo. 

Il mio esonero da Cagliari un anno fa? Fa parte del gioco, il nostro mestiere è fatto di risultati, nonostante questo mi sono lasciato benissimo con il presidente Giulini. Noi allenatori siamo l'anello più debole della catena, più facile cambiare noi che una squadra intera. Mi è dispiaciuto come sia andata a finire, dopo un campionato vinto e con l'undicesimo posto in A. Avrei preferito continuare.

La crescita del Cagliari? Conosco le loro ambizioni, ci sono stato due anni e mezzo. Piano piano sta mettendo i tasselli al proprio posto, la costruzione dello stadio rappresenta un punto di partenza importante per un'ulteriore fase di consolidamento. Sì, potrà ambire a qualcosa di più della salvezza negli anni a venire.

Il mio ritorno in panchina? Sono libero, il mio contratto scadeva a giugno. Ci sono stati dei contatti, non concretizzati, per un motivo o l'altro. Non posso far altro che aspettare, mi piacerebbe tornare in A perché me la sono conquistata sul campo, arrivando undicesimo da esordiente. Se non dovesse essere così, prenderei in considerazione un progetto invitante in B.

Perchè Van Der Wiel non ha sfondato in Italia?Me lo sto chiedendo ancora. Era un ragazzo dalle grandissime doti, ha raggiunto l'apice con il PSG, poi è andato in calando. È arrivato a Cagliari inaspettatamente, forse per rilanciarsi, ma erano 7-8 mesi che non giocava, al Fenerbahce era stato messo fuori rosa. Aveva bisogno di tempo, ha trovato grandi difficoltà fisiche e mentali, non era semplice poterlo aspettare.

Il curriculum di Van Der Wiel? Non si è mai inserito, nemmeno a livello linguistico. A gennaio poi è andato via. È e rimane un mistero. Grande impegno, ma era in un contesto non suo. Sembrava un UFO, sbarcava dalla luna. Isla? Lui però conosceva il calcio italiano, aveva giocato con Udinese e Juventus, e anche lui ha avuto i suoi problemi all'inizio, non era semplice, ha dovuto rincorrere una preparazione dopo aver vinto la Copa America. Invece van der Wiel era stato gettato in un'altra realtà.

Pavoletti nome spendibile per la Nazionale? Ma noi l'abbiamo il grande attaccante, è Immobile, fa tantissimi gol, non è che non ci sia. Pavoletti è straordinario sulle palle alte, in area di rigore, è uno dei migliori al mondo. Va sfruttato così, devono arrivare cross. In Nazionale può far comodo, ma per come gioca Mancini... è difficile".

 

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