Alla vigilia di Vicenza-Cagliari, parla il neo-tecnico biancorosso Franco Lerda che da martedì mattina ha sostituito Pasquale Marino alla guida dei biancorossi.
Queste le sue parole in conferenza stampa, riportate sul sito ufficiale del club veneto:
“La squadra ha ora il morale più alto, abbiamo alzato la testa, c’è più autostima e fiducia. Abbiamo lavorato bene anche se si è trattata di una settimana particolare perché più corta. C’è stato tuttavia il tempo sufficiente per preparare bene la partita. Stamattina abbiamo rifinito con concentrazione, desiderosi di uscire da questo momento.
A me interessa che la risposta psicologica sia stata di un certo tipo, poi tutto passerà per il campo. Il gruppo si è messo a totale disposizione. Ho chiesto a Brighenti, anche se squalificato, di essere presente con noi perché è importante la sua presenza.
Chi sia l’avversario di domani per noi cambia poco. Dobbiamo guardare a noi stessi, a quello che abbiamo preparato con il giusto atteggiamento. Il Cagliari è un’ottima squadra, reduce da un periodo non buono ma ripeto per noi vale guardare solo in casa nostra.
Non ho rivoluzionato nulla, la dislocazione degli uomini in campo cambia poco. Cerco di mettere i calciatori a disposizione in modo equilibrato e razionale il più possibile. Nel corso della gara avremo magari la possibilità di muovere le pedine ma senza perdere l’equilibrio.
Dei giocatori in rosa ho avuto solo Ebagua quando giocava ancora da terzino sinistro, difensore centrale, erano i tempi di Casale. Poi l’ho messo centroavanti, il ruolo che tutt’ora ricopre.
Parte Benussi tra i pali perché questa settimana Vigorito ha accusato il riacutizzarsi di un dolore alla spalla e non ha potuto allenarsi con una certa continuità.
Il mio è un calcio molto pragmatico, la mia squadra deve essere corta, saper attaccare in blocco e difendere in blocco. Il resto sono dettagli. Questo implica che la squadra corra e ci sia predisposizione al sacrificio.
Domani mi auguro di vedere già alcune cose che abbiamo provato in allenamento. Quello che conta era vedere la risposta della squadra e lo ha saputo dimostrare molto bene.
I calciatori sono i primi a riconoscere che possono fare meglio, ho avuto colloqui a livello individuale con tutti loro. Il calcio non è scienza, casomai si avvale della scienza. I numeri, i dati, i parametri che rileviamo sul campo li devo sfruttare per quello che sono, senza troppi condizionamenti, quello che conta è la palla che deve sempre viaggiare.
Scacciamo la paura dalla nostra testa, questa è la chiave. Per fare bene e trovarsi sulla giusta strada servono coraggio, personalità, autostima, fiducia”.