I metereologi provano sempre a prevedere ogni tipo di precipitazione. Non sanno però quando arriverà il fulmine, l’esatto momento. E quindi attendono e lo studiano. Prima lo vedono, per quella legge della fisica che fa sì che la luce arrivi prima del suono, e poi lo sentono.
Il rumore fa quasi paura, ma se ti abitui può sembrarti musica, può diventare uno spettacolo, può farti brillare gli occhi anche a distanza di cent’anni. Da queste parti lo sappiamo bene, perché abbiamo imparato ad amarlo, quel rombo di tuono.
Il 18 novembre 2015 era una giornata come le altre, o quasi. Eppure son sicuro che in tanti la ricorderanno a lungo, forse la ricorderanno nelle generazioni. Era il più classico degli incontri giocatori-stampa-pubblico, i rossoblù stavano presentando il nuovo store. Molti tifosi si sono recati appositamente lì, sapendo dell’evento. Altri ci sono capitati per caso. Tra questi qualche famigliola, diversi gruppi di ragazzi, qualche curioso. E anche il signore sulla settantina, che passava lì per caso.
Forse avete notato che ho usato “il” anziché “un”, e magari avete storto il naso per l’errore. Ma parliamoci chiaro, come si fa ad accostare a quel signore là un articolo indeterminativo, come fosse uno dei tanti? Lui aveva ventisei anni quando issò la Sardegna in cima all’Italia, oggi ne ha settantuno e qui nell'isola non sarà mai “uno”.
Lui era, ed è, Gigi Riva, l’icona, il mito, il simbolo, la bandiera, la poesia in movimento, il sorriso di un popolo e il ricordo di generazioni, lui era, ed è, rombo di tuono.
E oggi si è presentato lì, in silenzio, senza preavvisare. Un po’ perché è il suo carattere, un po’ per quella legge della fisica già citata, prima la luce poi il suono.
Ha salutato tutti come se la sua presenza fosse la cosa più normale del mondo, come quando il figlio torna a casa e saluta la sua famiglia. Ha dato un buffetto a Dessena e gli ha detto: “State andando forte”. L’ha fatto con la spensieratezza di chi sa quanto vale per la gente ma non vuole ostentarlo. Poi ha dato l’arrivederci e ha ripreso la sua passeggiata.
È bastato questo piccolo gesto per far venire i brividi a migliaia di tifosi, per far tornare alla mente le meraviglie che il bomber di Leggiuno ha regalato a quest’isola.
E se un giorno un tifoso di un’altra squadra rimarrà esterrefatto per l’eccessivo clamore per queste piccole cose, se un giorno dovesse definire “esagerata” la contemplazione estetica che un rossoblù può mettere in atto alla vista del Rombo di Tuono, non provate a spiegargli cosa lui avesse fatto per la Sardegna. Non provate nemmeno a dirgli chi fosse Gigi Riva. Non capirebbe.

